Alberi, come riconoscerli dalla corteccia, il trucco degli esperti!

Si può riconoscere un albero dalla sua corteccia lo sapevate? Alberi e arbusti possono avere un grande fascino in questa stagione. 

Cortecce albero come riconoscerle
Corteccia scura di un pino-foto pinterest orizzonteenergia.it

Gli alberi sono affascinanti in tutte le stagioni, ma in questa lo sono particolarmente, con il legno che si rivela e la corteccia che appare liscia o increspata, sfogliata o colorata. Nel giardino invernale risaltano molto gli elementi che in altre stagioni non si vedono, come la corteccia.

Dicembre è il mese adatto per apprezzare e conoscere la struttura degli alberi spogli, le sparute fioriture invernali, i cambi di colore che il fogliame assume esposto a temperature più basse. Fino a scoprire poi la bellissima corteccia che non è solo uno schermo protettivo della pianta, ma fa parte del suo fascino.

Scopriamo allora quali sono le cortecce più interessanti da osservare o da toccare e come riconoscere l’albero o l’arbusto a cui appartengono in modo semplice. Ci sono dei trucchetti per ottenere tutte queste informazioni.

Quali sono le cortecce più interessanti

Corteccia albero riconoscerla
Corteccia-foto pinterest orizzonteenergia.it

Le cortecce delle piante sono fatte di tessuto non più irrorato dal circolo linfatico. Negli alberi più giovani sono parti ancora verdi o sottili cuticole suberizzante, invece negli alberi maturi sono un tessuto più spesso e complesso e rappresentano la prima barriera a difendere l’integrità del sistema pianta.

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Sono più o meno sviluppate in spessore e creano un strato neutro dove possono poi installarsi licheni, muschi e insetti senza rappresentare un vero pericolo. La parte più esterna della corteccia che si compone di tre strati è definita come scorza o ritidoma.

Sono tessuti morti, esterni alla formazione annuale di periderma e rappresentano in specie simili un carattere di classificazione importante, poiché esiste una correlazione fra il ritidoma e le condizioni ambientali nelle quali una specie si è selezionata nel tempo.

Pertanto la corteccia è una adattamento a realtà specifiche, l’esempio più comune è quello della quercia da sughero, differente da ogni altra ma con un rivestimento fatto per resistere in un ambiente soggetto a incendi ricorrenti.

Per esempio il fagus sylvatica è una pianta che offre in ogni stagione dei motivi interessanti. In inverno per esempio si distingue per una corteccia a grana fine che anche a distanza regala un senso quasi tattile. Di colore grigio cenere, liscia e piacevole al tatto, con alcune increspature come se si trattasse di un tessuto arricciato. Spesso è decorata da colonie di licheni. Si svela poi in tutta la sua bellezza nelle piante di una certa importanza quando crescendo mantiene la chioma in alto e libera il tronco colonnare, diritto e sempre potente.

Poi sui rami giovani la corteccia è rosso bruno e il contrasto nei mesi invernali o a primavera prima del risveglio è di grande impatto. C’è poi la corteccia del noce che si riconosce per la screpolature scure e dal colore uniforme.

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La Ceiba ha invece la corteccia spinosa, il tronco infatti è protetto da spine grandi e di forma conica e ben distanziate che ricordano quelle di una pianta preistorica. Abbiamo anche il pino silvestre con la sua corteccia strutturata a placche, l’acero grigio con la corteccia che si sfoglia, la corteccia della betulla è bianca e fessurata e i ciliegi da fiore con la corteccia a strisce orizzontali. Ci sono poi tante altre tipologie di corteccia bellissime.