I salmoni stanno avendo un problema con le dighe negli Stati Uniti, non riescono a migrare e di conseguenza non si possono riprodurre.

Le dighe del Maine negli Stati Uniti stanno ostacolando la migrazione dei salmoni rendendo difficile la loro corsa per la riproduzione. Questo minaccia di farli sparire dai fiumi. Il Maine è famoso per i suoi salmoni che dall’Atlantico risalgono i corsi dei suoi fiumi in cerca dei luoghi dove riprodursi.
È da circa due secoli che quella che un tempo era una popolazione abbondante si sta rimpicciolendo di molto, al punto che oggi in Maine il salmone è considerato a rischio. La colpa è da attribuire a molte cause, ma in primis è colpa delle dighe che controllano i fiumi dello Stato e che rappresentano una barriera alla migrazione dei salmoni.
La presenza di una diga nel corso di una migrazione ha rilevanza? Alcuni studiosi dell’Università del Maine hanno monitorato la situazione nei pressi di due dighe sui fiumi Penobscot e Kennebec per capire se ci sia una correlazione.
Le dighe impediscono ai salmoni di migrare

Le dighe che si chiamano Milford e Lockwood nel Maine, si trovano entrambe nell’ultimo tratto del rispettivo fiume, vicino all’oceano dal quale i salmoni arrivano ogni anno. Sono il primo ostacolo che incontrano nel loro viaggio migratorio quando le loro riserve di grasso, che forniscono energia adeguata per arrivare a destinazione, produrre i gameti e riprodursi sono al massimo.
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Il gruppo di ricercatori ha quindi misurato la percentuale di grasso corporeo di un branco di salmoni prima dell’arrivo alla diga e dopo averla superata, quest’ultima operazione è possibile grazie a una serie di passaggi artificiali costruiti apposta per i pesci migratori che aggirano la diga e permettono ai salmoni di ricongiungersi al corso del fiume.
Si tratta di deviazioni da un percorso più lineare e i pesci di fatto hanno perso dai 15 ai 20 giorni di tempo per percorrerle e hanno consumato tra il 10 e il 20% delle loro riserve di grasso corporeo. Questo consumo di energie va moltiplicato per ogni diga che i salmoni incontrano. Il rischio è che una volta arrivati a destinazione i pesci siano troppo stanchi per essere efficaci dal punto di vista riproduttivo.
Sono più colpiti gli adulti che normalmente riescono a sopravvivere all’ordalia e a tornare all’oceano per poi ripresentarsi nelle acque dolci un anno dopo, ma in sempre meno potranno riuscire in questa impresa. E poi l’impresa è resa ancora più difficile a causa della temperatura del pianeta che continua a salire, i salmoni stanno meglio in acqua fredde e quando devono nuotare al caldo soffrono e consumano più energie.
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I salmoni hanno anche un problema con le soluzioni che ci siamo inventati per risolvere quel problema. L’unica possibilità se non vogliamo vederli sparire da queste acqua è facilitare il loro accesso agli habitat riproduttivi rendendo il loro viaggio più semplice secondo quanto si legge su Focus.it.