Una startup italiana ha trovato un modo per riciclare le batterie a litio esauste usando gli scarti degli agrumi.

L’economia circolare è ormai alla base delle nostra vite, per un mondo più sostenibile. Sapevate che è possibile anche riciclare le batterie? Serve la buccia d’arancia. Ad aver scoperto questo è stata una startup italiana che si chiama AraBat, che ha trovato un modo per riciclare appunto le batterie a litio esauste usando gli scarti degli agrumi.
Il Parlamento Europeo ha approvato lo stop alla vendita di veicoli nuovi a benzina e diesel a partire dal 2035. Questa rivoluzione forzata per via degli obiettivi di ridurre le emissioni di CO2 nell’ambiente sta mettendo tutti in condizione di non farsi trovare impreparati.
Le preoccupazioni non riguardano solo le infrastrutture non adeguate, presto infatti bisognerà affrontare un altro problema, ossia quello dello smaltimento delle batterie a litio. Proprio riguardo a questo entra in campo la startup AraBat.
Usare le bucce d’arancia per riciclare le batterie a litio

La sostenibilità e l’economia circolare sono i punti cardine che hanno spinto la startup AraBat a sviluppare processi innovativi per il riciclo di rifiuti pericolosi come i RAEE e le batterie al litio esauste. Parliamo a tutti gli effetti di green economy.
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In pratica la startup usa gli scarti delle arance, nello specifico l’azione sinergica della buccia delle arance e dell’acido citrico viene sfruttata per riciclare le batterie a litio a fine vita e recuperarne i metalli preziosi. Si tratta di un’azione davvero rivoluzionaria, in linea con i principi dello sviluppo sostenibile e dell’economia circolare.
Questo processo innovativo si chiama idrometallurgia verde e si basa sugli zuccheri della buccia delle arance che attraverso il supporto dell’acido citrico danno vita al recupero dei metalli più critici che sono presenti nelle batterie esauste. È un’ottima soluzione per recuperare valore ed evitare che le batterie esauste finiscano nelle discariche, con il riutilizzo degli scarti agroalimentari in modo da contribuire a una completa transizione circolare.
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In questo modo si riducono le emissioni inquinanti e si lascia intatta l’efficienza economica dei processi di riciclo e la qualità dei prodotti ottenuti. Un recupero di materie prime di elevato valore che consente ai territori di essere indipendenti. È un sistema circolare innovativo che potrebbe tornare utile in breve tempo.