C’è una verità agghiacciante dietro l’estrazione in Parà del nostro alluminio. Scopriamo di cosa si tratta.

Nel Parà avviene l’estrazione di bauxite dalla quale poi si ricava il famoso alluminio che arriva nel nostro Paese e che sta avvelenando la popolazione indigena dei Quilombola, che soffrono molto per la contaminazione dell’acqua, del suolo e dell’aria per via dei metalli pesanti che vengono scaricati dalle compagnie minerarie.
Sin dalla dittatura militare del Brasile, la città di Barcarena, nello stato del Parà ha ospitato un complesso industriale che comprende differenti compagnie minerarie, la più grande delle quali è la norvegese Norsk Hydro. Tutto questo nonostante la presenza della comunità indigena dei Quilombola.
Le analisi condotte di recente in laboratorio, hanno rilevato alti livelli di piombo e nichel nei capelli di questi indigeni che riportano sintomi che vanno dal prurito e piaghe su tutto il corpo, ai casi più gravi dove si sviluppa il cancro.
La produzione di alluminio uccide gli indigeni

Nel 1979 il governo federale creò la Barcarena Development Company, incaricata di implementare il complesso industriale della zona. Da qui cominciano i disastri ambientali poiché i residui di bauxite sono altamente tossici e venivano scaricati nei fiumi Murucupi e Parà dal 2009 al 2018.
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Nonostante le prove fornite dagli studiosi e dalla popolazione colpita, Norsk Hydro continua a negare ogni coinvolgimento in questo disastro. Prima della creazione di CODEBAR, l’area era territorio di Quilombola, oggi sono più di 300 famiglia indigene che lottano per la sopravvivenza.
Il Brasile produce fino a 36 milioni di tonnellate di bauxite all’anno, e questo lo ha reso uno dei principali produttori in tutto il mondo. È un materiale chiave per la produzione di batterie delle auto elettriche. Sono necessarie quattro tonnellate di bauxite per produrre una singola tonnellata di alluminio.
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Il gruppo industriale International Alluminium Institute prevede che l’utilizzo dell’alluminio nelle batterie e in altri componenti dei veicoli elettrici vuol dire che le case automobilistiche raddoppieranno il loro consumo di alluminio entro il 2050. Ma il prezzo che stanno pagando le comunità indigene è troppo alto e viene tenuto nascosto. Bisogna agire quanto prima per aiutare queste comunità a riappropriarsi del loro territorio e salvaguardare la loro salute.