Sono state aggiornate le regole e agevolazioni anche a fondo perduto per affittare terreni agricoli e boschivi.

Quali sono le regole in vigore da rispettare e agevolazioni disponibili per l’affitto di terreni agricoli a boschivi? C’è un boom di richieste. Le agevolazioni disponibili nel 2023 per l’affitto di terreni agricoli e boschivi sono oggi rappresentati da bonus e incentivi anche a fondo perduto per l’installazione di pannelli fotovoltaici.
Ma arriverà una nuova spunta alle fonti rinnovabili anche dalle nuove agevolazioni e incentivi del Pnrr che saranno disponibili sia per il fotovoltaico con la copertura dei tetti delle stalle e dei ricoveri di attrezzi, sia per i nuovi impianti di biometano e sia anche per l’agrifotovoltaico con l’impiego della superficie per installare pannelli solari con finalità agricola.
Ma quali sono le regole, le tasse e le agevolazioni per affittare terreni agricoli e boschivi in forte aumento nel 2023? Negli ultimi anni la terra e le coltivazione sono tornate ad interessare molto e quindi sono aumentati gli affitti dei terreni agricoli e boschivi. Chi non si può permettere di comprare un terreno agricolo o non gli conviene cerca terreni in affitto. Ma per l’affitto ci sono regole specifiche da rispettare e tasse da pagare.
Regole e tasse per affittare terreni agricoli e boschivi

Per chi vuole affittare terreni agricoli e boschivi ci sono una serie di regole da rispettare, l’affitto di un terreno agricolo o boschivo segue le stesse regola di ogni altra forma di affitto di immobili in cui sono presenti due parti, il proprietario e l’inquilino che è l’agricoltore in questo caso, che si impegna a coltivare il terreno.
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L’affitto di un terreno agricolo o boschivo consiste in una forma di concessione del terreno stesso, un fondo o azienda agricola, da parte del proprietario al conduttore perché se ne prenda cura, godendo poi dei suoi proventi.
Per affittare un terreno agricolo o boschivo si stipula un contratto di affitto che prevede, come ogni altro contratto simile, il pagamento di un regolare canone di locazione. Nel caso di un terreno agricolo, il pagamento dell’affitto può consistere o nel pagamento del classico canone di locazione in denaro o in una prestazione in natura o in una quota dei frutti raccolta dalla terra.
Quando si decide di fare un contratto di affitto di un terreno agricolo o boschivo occorre riportarvi dati, informazioni e generalità delle parti, proprietario del terreno e agricoltore a cui viene ceduto, durata della locazione, canone annuo da pagare, clausola con esplicito divieto di subaffitto, ecc.
Contratto d’affitto
Per essere considerato valido e regolare il contratto deve essere registrato entro 30 giorni dalla stipula all’Agenzia delle Entrate direttamente online sul sito web istituzionale delle stesse Entrate o presso una sede dell’Agenzia delle Entrate del Comune dove si trova il terreno.
Per la registrazione del contratto si paga l’imposta di registro nella misura proporzionale dello 0,50% e l’importo dell’imposta non può essere inferiore alla misura fissa di 67 euro. Per l’affitto di un terreno agricolo o boschivo, la tassazione del canone non è prevista, non viene calcolato ai fini delle imposte sul reddito della persona fisica titolare del diritto di proprietà.
Le leggi in vigore prevedono l’esenzione per questa tipologia di canone per cui la tassazione del terreno dato in affitto a terzi in regime ordinario genera una tassazione esclusivamente sul reddito domenicale. Un contratto d’affitto per un terreno agricolo ha una durata minima di 15 anni, considerando che per il ciclo dell’agricoltura che prevede semina, raccolta, potatura e altre operazioni è necessario del tempo. Gli anni si riducono da 15 a 6 se le l’affitto riguarda terreni poco produttivi.
Si richiedono soprattutto sempre più terreni per la realizzazione di sistemi cosiddetti di agrovoltaico. È un sistema per la produzione di agricola e fotovoltaica sullo stesso terreno. Affittare terreni agricoli per una soluzione combinata di produzione di energia elettrica attraverso pannelli agrovoltaici sospesi e una coltura sottostante è una buona alternativa alla creazione di associazioni temporanee di impresa, che coinvolgono una impresa agricola, una impresa energetica o un gruppo di imprese dedicate all’agrivoltaico.
Quali agevolazioni ci sono
Non ci sono al momento agevolazione disponibili nel 2023 per l’affitto di terreni agricoli e boschivi, ma da marzo in poi saranno pubblicati nuovi bandi come accade ogni anno. Includeranno incentivi e aiuti per l’affitto di terreni agricoli e boschivi.
È possibile che i coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli professionali iscritti nella previdenza agricola di età inferiore ai 35 anni usufruire di una detrazione pari al 19% delle spese sostenute per i canoni di affitto dei terreni agricoli.
La detrazione spetta nel limite di 80 euro per ogni ettaro di terreno affittato fino a 1.200 euro annui. La detrazione spetta solo nel caso di contratto del terreno redatto in forma scritta. Arriveranno anche nuove agevolazioni e incentivi del Pnrr che saranno disponibili sia per il fotovoltaico che la copertura dei tetti delle stalle e dei ricoveri di attrezzi. Ma anche per i nuovi impianti di biometano e per l’agrifotovoltaico con l’impiego della superficie per installare pannelli solari a scopo agricolo.
In vigore ci sono già però incentivi a fondo perduto per l’installazione di pannelli solari su terreni, sono nuovi contributi che si possono ottenere per le spese relative all’acquisto e installazione degli impianti e lavori correlati, spese per il monitoraggio dell’impianto, per spese tecniche, spese di istruttoria e gestione della pratica e anche oneri di sicurezza sostenuti per l’intervento.
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Ma questi contributi per i pannelli solari possono essere concessi solo sul 40% del costo totale dell’intervento. Possono presentare la domanda i proprietari dei terreni e le domande si possono inviare online. Inoltre agevolazioni a fondo perduto si possono ottenere per terreni destinati ai giovani che vogliono aprire un’impresa agricola. Sono validi per l’acquisto però e non per l’affitto. E prevedono la restituzione solo del 50% del capitare. Il restante 50% è a carico delle istituzioni.