Risvegliato un virus zombie di 50 mila anni: i rischi

Un team di ricerca internazionale ha risvegliato un virus di 50mila anni fa che è ancora in grado di infettare il suo ospite. 

Batterio scoperto e risvegliato di 50mila anni fa
Batterio-foto pixabay orizzonteenergia.it

È stato risvegliato un virus zombie di 50mila anni fa che è ancora infettivo. Questo conferma l’ipotesi che i virus zombie possono riemergere dal permafrost fuso dai cambiamenti climatici diventano una minaccia per la nostra salute.

A lanciare l’allarme su questo rischio è stato il professor Jean-Michel Claverie dell’Istitutp di Microbiologia, Bioenergia e Biotecnologia presso l’Università di Aix-Marsiglia che dal 2014 ha concentrato i suoi studi su questi virus zombie.

Il ceppo più antico risale a 48.500 anni fa ed è stato isolato da un campione prelevato da un lago sotterraneo. Si tratta del Pandoravirus yedoma che dopo essere stato sottoposto a test in laboratorio, ha dimostrato di aver mantenuto intatto le sue capacità di infettare amebe del genere Acanthamoeba.

Un virus di 50mila anni fa torna a fare paura

Virus zombie risvegliato dopo migliaia di anni
Virus zombie-foto pixbay orizzonteenergia.it

Un team di esperti ha risvegliato un virus di 50mila anni fa, si tratta del Pandoravirus yedoma che nonostante le decine di migliaia di anni trascorse sepolto nel permafrost è ancora attivo e in grado di infettare. Anche i virus dei cladi più giovani hanno manifestato la stessa capacità.

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Quindi possiamo ipotizzare che sotto al permafrost ci siano patogeni aggressivi e letali pronti a emergere e infettare l’uomo e gli animali. Si tratta di un rischio importante perché se ci fosse un virus nascosto nel permafrost con cui siamo stati in contatto per migliaia di anni è possibile che la nostra difesa immunitaria non sia sufficiente.

Bisogna quindi conoscere meglio questo virus. Nessuno può sapere con esattezza quali patogeni del passato possono nascondersi nel permafrost in scioglimento. I ricercatori continuano a indagare ovviamente sui potenziali rischi legati allo scioglimento del permafrost, dovuto al cambiamento climatico, che non riguardano tra l’altro solo i virus zombie.

La fusione del ghiaccio proietta in atmosfera grandi quantità di metano e anidride carbonica. In pratica i due gas a effetto serra principali che catalizzano i cambiamenti climatici. Il rischio è anche quello che riemergano rifiuti tossici e radioattivi legati per esempio alla Guerra Fredda.

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Secondo una stima recente, lo scioglimento dei ghiacciai potrebbe portare 100mila tonnellate di microbi nell’ambiente. E questa non è una grande notizie considerando sopratutto che siamo recentemente usciti da una pandemia globale davvero pericolosa e spaventosa. Ora dobbiamo temere anche i virus che sono rimasti latenti da migliaia di anni sotto al permafrost.