Fiori commestibili, sei certo di saper tutto sul loro conto?

Fiori commestibili: li hai mai mangiati? Danno una marcia in più per il palato ma anche per l’ambiente: ti sveliamo alcune curiosità

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Piatto di fiori commestibili (Canva) – Orizzontenergia.it

Forse in pochi lo sanno, ma oltre alle erbe spontanee anche i fiori, quelli che si raccolgono nei campi, sono commestibili. Proprio questi sono ottimi per essere mangiati e per arricchire ed insaporire moltissime pietanze, più di quello che si possa credere. Sai che i fiori potrebbero aiutare molto nel percorso di sostenibilità che tutti dovremmo portare avanti?

Incoraggiano le diete vegetali, sono del tutto naturali e soprattutto non creano emissioni nocive rispetto ad altre produzioni che hanno necessità di essere lavorate e trattate e che compongono la maggior parte delle diete occidentali. È un po’ un ritorno alle origini, come facevano gli uomini del Paleolitico che si cibavano di piante, più di 400 specie. Portare in tavola i fiori commestibili? Certo che sì, ci guadagna il palato ma anche l’ambiente. Ma quanto ne sai sul loro conto? Scopriamone alcuni dettagli.

Fiori commestibili: come e quali raccogliere

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Borragine (Canva) – Orizzontenergia.it

I fiori commestibili da portare in tavola sono tantissimi, molti dei quali conosciuti ma poco associati alla possibilità di arricchire le preparazioni culinarie. Prima di passare a vedere quali sono alcune delle specie più in da poter usare ai fornelli, è importante ricordare che i fiori vanno raccolti in aree verdi incontaminate, o ad ogni modo lontane da strade e da zone ricche di smog. Sì ai prati di collina e di montagna dove nascono in modo spontaneo e che siano a distanza da appezzamenti nei quali si usano i pesticidi.

Altra cosa essenziale da ricordare, durante la raccolta, è quella di non estrarre le radici ma di raccogliere solo le foglie così da dare alla pianta la possibilità di continuare a fiorire e produrre altri semi. Questa è una delle buone pratiche raccomandate dall’Accademia Italiana di Fitoalimurgia, è quest’ultima la disciplina che studia le piante spontanee commestibili. L’andar per erbe, oggi, invece, viene definito foraging. Sono diversi i corsi che propongono degli approfondimenti dedicati alle piante alimentari così da dare a tutti la possibilità di riconoscerle e fare una raccolta spontanea e consapevole.

Ma quali i fiori da portare in tavola? Sicuramente la borragine è uno dei più facili da riconoscere con le sue stelline blu, perfetta per arricchire torte salate, frittate, risotti e minestre. Si associano i papaveri, quelli comuni e rossi, che possono essere usati per preparare minestre e risotti da unire ad altri fiori commestibili come la margherita gialla ed il tarassaco uniti a ortiche e cicorie. E poi ancora il sambuco perfetto per creare delle gustose frittelle ed l’aglio orsino con il quale si può preparare un gustoso pesto.