La pianta degli dei, svela il genere del bambino: scopriamo di cosa si tratta

La pianta degli dei conosce una tradizione millenaria. Sin dai tempi antichi questa pianta era investita di poteri teurgici, al confine fra l’umano e il divino. Vediamo di che si tratta.

Pianta degli dei finocchio
Finocchio (Foto di Ulrike Leone da Pixabay)

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La pianta degli dei, dal nomignolo estremamente evocativo, è una pianta endemica elle coste del Mediterraneo e cresce spontaneamente un po’ ovunque. La larga diffusione della specie ne ha consentito la notorietà presso gli antichi greci che la consideravano una pianta fuori dal normale.

Al giorno d’oggi questa pianta, di cui presto sveleremo il nome al di là della leggenda, è famosa soprattutto in cucina, sotto forma di aroma o spezia. Sfruttata in molteplici modi anche nell’ambito della fitoterapia, questa pianta è usata soprattutto nel centro e nel sud-Italia.

La pianta degli dei: quando il divino tocca con mano la vita dei nascituri mortali

Pianta degli dei semi
Semi (Foto di Ulrike Leone da Pixabay)

Ma sveliamo l’arcano. La pianta di cui parliamo appartiene alla famiglia delle Apiaceae, è una pianta erbacea mediterranea comunemente nota con l’appellativo di Finocchietto selvatico, (Foeniculum vulgare in gergo scientifico.) Condimento ad oggi principe delle pietanze made in Sicilia, il finocchietto è utilizzato come condimento, come rimedio omeopatico e fitoterapico.

Essendo una pianta endemica e perenne, la disponibilità che garantisce è annuale ma, soprattutto, non è un caso che se ne parli proprio alle porte di settembre. L’autunno è l’ultima stagione in cui si vede sputnare il finocchietto dalla terra, esploso in precedenza agli albori della primavera.

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In base alle trasformazioni che la pianta attraversa, se ne fanno usi e consumi diversi. Le note caratteristiche del finocchio selvatico sono il profumo intenso e il sapore dolciastro, caratteristiche per le quali viene così apprezzato. Come riconoscerlo? Semplice, dai fiori.

I fiori del finocchio selvatico si dipanano all’apice di lunghi steli portando a frutto corolle dai colori verde o giallo brillante. I semi sono di colore argento. Ma concentriamoci sulla leggenda che aleggia attorno a questa specie vegetale, leggenda che gli è valsa il nome di “pianta degli dei”.

Nel medioevo questa pianta veniva utilizzata per coprire l’odore non più così gradevole delle pietanze non proprio fresche (ricordiamo che i conservanti non esistevano). Fun fact: questa pianta dà il nome al detto “farsi infinocchiare” a partire da un simpatico aneddoto biblico.

Si narra che Gesù, avendo incaricato Pietro di andare a comprare del vino, al suo ritorno ebbe da contestargli il sapore acidulo e aspro, simile a quello dell’aceto della bevanda. Una volta confrontato su questo aspetto Pietro ebbe a dire che prima di assaggiarlo aveva mangiato pane e finocchio. Da qui il detto “farsi infinocchiare”.

In buona sostanza il finocchio riesce a camuffare odori e distorcere sapori tanta è la sua forza aromatica. Quanto alla mitologia greca si narra che il finocchio fosse la pianta preferita di Dioniso e Adone. In particolare ne v fatta espressamente richiesta per le celebrazioni di  baccanali e voluttuose ricorrenze.

I gladiatori erano poi soliti masticare i semi di finocchio prima della battaglia per l’energia che riuscivano a trasmettere all’organismo. Presso i cristiani veniva utilizzato  come palliativo ai giorni di digiuno imposto, presso i romani veniva somministrato ai soldati in vista di lunghi peregrinaggi.

Altra usanza affascinante consisteva, soprattutto durante il medioevo, nel tappare il buco della serratura della propria dimora con i semi di finocchio e nell’appenderlo fuori alla porta di casa. Perchè? Si credeva potesse impedire al diavolo e agli spiriti maligni di entrare proteggendo la fecondità del focolare domestico.

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Il finocchio selvatico può raggiungere i due metri di altezza e ne vengono sfruttate più o meno tutte le parti: foglie, fiori, germogli e frutti. Le sue proprietà sono mediciniali. Il finocchio è diuretico, ferma gli spasmi dello stomaco ed elimina i gas. Il momento più adatto per raccogliere in semi è alla fine della fioritura.

Quando il seme di finocchio inizia a seccare, i minuscoli petali formano una spechie di sacchetto attorno al seme, di modo che non si disperda. In particolare le foglie sminuzzate del finocchio sono un ingrediente imprescindibile della pasta con le sarde, al punto che senza non è pensabile prepararla.

La pasta viene fatta bollire nella stessa acqua di cottura delle foglie di finocchio, per far sì che ne assorba sin dalla cottura il sapore. Altra usanza caratteristica e più vicina al nostro tempo consisteva nel ricorpire i semi di finocchio con dello zucchero rosa o celeste in segno di buon augurio per la nascita di una bambina o di un bambino in famiglia.