Inquinamento, la situazione sta precipitando: nei pesci c’è il 75% di microplastiche

Inquinamento da microplastiche dei mari e del nostro Pianeta è ai massimi storici ed in forte peggioramento: andiamo a vedere quale è la situazione attuale

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Uccello marino intrappolato da rete da pesca (foto di Silke da Pixabay)

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L’inquinamento da sempre coinvolge tutto il nostro bel pianeta, determinando danni ad ogni livello di sistema. Aria, terra, cielo e mare sono compromessi dall‘emissioni di Co2 e dai comportamenti dannosi e nocivi degli uomini. La minaccia di estinzione riguarda molte specie che abitano le varie aree della Terra.

Purtroppo la miscela di surriscaldamento globale e dissennatezza umana è stata deleteria e ciò lo si riscontra dalla situazione dei nostri mari particolarmente toccati da più problematiche. Le rilevanze sono preoccupanti anche per l’aumento continuo della temperatura media che procura una serie di devastanti effetti nocivi.

Microplastiche ed ecosistema a rischio: il caso della Nuova Zelanda

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Inquinamento da plastica (foto diG J Whitby da Pixabay)

La plastica è il rifiuto più scaricato nei nostri mari. L’inquinamento da materie plastiche, in particolare da microplastiche è stato ampiamente ignorato per decenni da governi e politici. L’educazione e la sensibilizzazione delle persone a queste problematiche è cominciata ma non è sufficiente per salvaguardare la salute del nostro Pianeta.

Per microplastiche si intendono i piccolissimi pezzetti di plastica dello spessore inferiore a 5 mm che si sono accumulati nell’ambiente. Presenti in molti prodotti come vestiti sintetici, buste di plastica e bottiglie, sono entrate prepotentemente a far parte dei rifiuti ambientali. Un esempio della situazione disastrosa causata dall’inquinamento da microplastiche è la Nuova Zelanda.

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Le nano particelle plastiche purtroppo si inseriscono nell’ambiente e da lì possono penetrare negli organismi viventi e addirittura nel nostro sangue. Pericolose e dannose oltre ogni modo inquinano e contaminano tutto il Pianeta. In particolar modo gli oceani risultano compromessi dalla presenza massiccia di microplastiche nel 75% dei pesci che abitano i mari neozelandesi. L’Università di Otago lo denuncia in un interessante report.

L’ecosistema del Pacifico dunque risulta in grave deperimento ambientale e lo dimostra il fatto che non solo i pesci risultano essere contaminati ma molte specie marine. A questo contribuiscono anche le pratiche scellerate di pesca proibita che devastano ed uccidono innumerevoli animali marini quali le foche e gli uccelli.

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Il benessere dell’ecosistema marino neozelandese è direttamente collegato a quello delle popolazioni locali che naturalmente spesso dipendono da esso. La sua salvaguardia è prioritaria e i dati emergenti da analisi e studi illustrano numeri allarmanti: a rischio estinzione il 90% delle specie di uccelli marini autoctoni, l’80% degli invertebrati del mare e il 20% dei mammiferi marini. Plastica e acidificazione degli oceani le principali cause di una fotografia più che allarmante.