Sovranità alimentare, di cosa si tratta? Non c’entra niente la nazionalità

La nuova dicitura del Ministero dell’Agricoltura e della sovranità alimentare ha portato molti a postare critiche poco lusinghiere

sovranità alimentare cos'è niente con nazionalità
Coltivatori di patate (Pixabay)

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Il nuovo governo guidato dal Presidente Giorgia Meloni ha deciso di istituire il Ministero dell’Agricoltura e della sovranità alimentare, lasciando al passato il Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali. Sarà guidato dal Ministro Francesco Lollobrigida.

Ed è proprio la dicitura sovranità popolare, ad avere acceso gli animi di molti che, sui vari social, hanno dato il via a molteplici polemiche e a varie battute ironiche. In realtà il dicastero dell’Agricoltura trova il suo gemello in Francia: Ministère de l’Agriculture et de la Souveraineté alimentaire, oggi guidato dal Ministro Marc Fesneau.

Sovranità alimentare e nazionalità possono coesistere?

sovranità alimentare non c'entra nazionalità
Trattore agricolo (Foto di David Mark-Pixabay)

Il concetto di sovranità alimentare, in realtà, non è un’invenzione della destra.  Durante il Forum Internazionale sulla Sovranità Alimentare tenutosi in Mali nel febbraio 2007, ha visto la partecipazione di più di 500 delegazioni di movimenti contadini e organizzazioni della società civile, provenienti da 80 Paesi.

In quell’occasione si definì la sovranità alimentare come:

diritto dei popoli ad alimenti nutritivi e culturalmente adeguati, accessibili, prodotti in forma sostenibile ed ecologica, ed anche il diritto di poter decidere il proprio sistema alimentare e produttivo”.

Inoltre la  sovranità alimentare è attenta a promuovere un commercio trasparente che possa garantire un reddito adeguato e dignitoso, e permetta al consumatore di controllare e scegliere la propria nutrizione.

Insomma, concetti molto veri che riportano al centro le necessità dell’uomo, per il quale l’alimentazione è una delle priorità. Non solo, ma anche di coloro che vivono la loro vita coltivando prodotti di buona qualità e allevando animali nel rispetto delle loro necessità.

Lo stesso Ministro Lollobrigida, in una recente intervista ha ribadito che:

“Questa dicitura – sovranità popolare, per l’appunto è identica a quella del ministero dell’Agricoltura francese. Sa perché lo abbiamo copiato? Perché la Francia ha la capacità di difendere i propri interessi nazionali. E credo che ogni nazione dovrebbe avere il dovere e il diritto di difendere le proprie eccellenze alimentari”.

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Già il primo ottobre, in occasione della prima uscita di Giorgia Meloni da neo eletta, a Milano, presso il Coldiretti Village, sia la Presidente che la Coldiretti hanno sottolineato come la sovranità agroalimentare sia un punto fondamentale nella nuova linea politica in difesa dell’Agricoltura italiana.

L’ ARI, Associazione rurale italiana, ha ribadito quanto il concetto sia lontano dalla sua vera essenza e quanto sia ingannevole rispetto a quello proposto da La Via Campesina del 1996, ripreso poi in seguito da altri movimenti ed istituzioni.

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“La sovranità alimentare non c’entra niente con il sovranismo. Quello di cui parlano Coldiretti e Meloni è una versione 2.0 dell’ autarchia. La nostra è la battaglia contro gli OGM, vecchi e nuovi, non è la battaglia del grano”.

Ogni governo, secondo ARI, dovrebbe preoccuparsi di ciò che succede nelle stalle e nei campi, ma quelli delle 800.000 piccole aziende che costituiscono l’asse portante dell’economia agricola e che versano in uno stato di deprivazione e abbandono.