Stop alla plastica, come poterne diminuire l’utilizzo nel piccolo di tutti i giorni

La riduzione della produzione di plastica monouso è ufficialmente parte delle agende dei governi europee. Dato il via alle multe per i trasgressori.

Plastica inquinamento spiaggia
Bicchiere di plastica – foto da pixabay – orizzontenergia.it

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Il 14 gennaio del 2023 è entrata in vigore la legge europea che mette per iscritto le tappe necessarie alla progressiva diminuzione della produzione di plastica.

Fra le novità rientrano multe salatissime per i trasgressori. Le cifre vanno dai 2.500 ai 25.000 euro. Ricordiamo, però, l’importanza del nostro operato concreto nel quotidiano. In che modo possiamo disincentivare la produzione della plastica?

Stop alla plastica: ecco come intervenire individualmente

Plastica inquinamento bandiera
Bandiera europa – foto da pixabay – orizzontenergia.it

I rifiuti in plastica rappresentano l’80% dei rifiuti prodotti a livello mondiale. Di questo 80% più del 50% finisce in mare e lo si ritrova ammassato sulla spiagge di litorali, oceani e coste. Fra i primi step da portare all’attenzione c’è la necessità di ridurre il consumo, ancor prima che la produzione, della plastica monouso.

In secondo luogo è necessario inserire i rifiuti in plastica nelle corrette filiere di smaltimento e riciclo. In Norvegia si ricicla il 97% della plastica prodotta e in Italia siamo i primi in termini di innovazione sulla plastica biodegradabile. Con la nuova legge dovrebbero scomparire dal commercio tutti gli oggetti in plastica monouso.

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Piatti, posate, bicchieri, cannucce, cotton-fioc, contenitori in poliestere espanso, aste per sorreggere palloncini: tutto ciò sarà vietato. Per il 2026 sarà previsto lo stop anche ai tappi in plastica. Il lungomare di Napoli, dal 1° di maggio, diventerà plastic-free, sarà cioè vietata la commercializzazione di contenitori, posate, cannucce e altri oggetti in plastica monouso.

Anche Lampedusa, Linosa e le isole Tremiti hanno seguito l’esempio accelerando i tempi biblici della mobilità politica europea. L’Unione Europea raccoglierà e riciclerà il 77% dei rifiuti in plastica entro il 2025, il 90% entro il 2029. Il fenomeno dell’inquinamento da plastica è talmente capillare da essere arrivato a contaminare addirittura l’acqua potabile che esce dai nostri rubinetti.

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Eliminiamo dai nostri consumi le buste di plastica per la spesa, ad esempio, le cannucce, le posate in plastica. Rechiamoci presso negozi alla spina per rifornirci di saponi, detersivi e detergenti per corpo e casa. L’acqua conteniamola in bottiglie di vetro anziché comprare le solite 6 bottiglie in plastica. Panni di c’era d’api per la conservazione dei cibi, shampoo solido e pannolini lavabili sono altre validissime alternative al dannoso polimero.