Terremoto isole Fiji, le conseguenze sul mantello terrestre

Il terremoto di qualche anno fa alle isole Fiji ha generato una deformazione del mantello terrestre: le conseguenze sul pianeta.

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Isole Fiji (Canva) – Orizzontenergia.it

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Le stazioni GNSS hanno registrato recentemente delle deformazioni nel mantello terrestre. Tutto ciò a seguito del terribile terremoto che ha colpito le isole Fiji nel 2018. La viscosità del mantello terrestre è fondamentale per la temperatura media della Terra. Sulla rivista Nature, i ricercatori hanno pubblicato uno studio sulla deformazione post sismica.

Il terremoto che ha colpito le isole Fiji nel 2018 è stato di magnitudo 8,2, segnalato a una profondità di 560 km nell’Oceano Pacifico. Secondo gli esperti, nel prossimo futuro si potrebbe osservare un rilassamento viscoelastico a livello strutturale. Che cosa comporta questa situazione?

Le conseguenze del sisma alle isole Fiji del 2018

sisma isole Fiji 2018
Il terremoto che ha colpito le Fiji (Google Maps) – Orizzontenergia.it

La genesi del mantello terrestre è importante per capire l’evoluzione termica della Terra, tuttavia, si tratta di un campo ancora oggi poco esplorato e pieno di lacune. Il terremoto del 19 agosto 2018 è stato uno degli eventi sismici più violenti mai registrati, avvenuto nella zona di subduzione (cioè di sprofondamento) delle isole Tonga, nell’area dove è situata una placca del Pacifico.

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Questa placca si sta spostando verso ovest, generando una lunga scia di eventi sismici. Nel Pacifico meridionale, infatti, si sono registrati numerosi terremoti negli ultimi anni, terremoti che hanno toccato le isole Fiji e la Nuova Caledonia. I dati sono stati registrati dal GNSS, ossia il Sistema Globale di Navigazione Satellitare. Dopo attenti studi, i ricercatori sono riusciti a capire l’entità della deformazione post sismica a seguito di un terremoto avvenuto un estrema profondità.

Questi hanno utilizzato una tecnica particolare per elaborare i dati, basata sull’analisi indipendente dei componenti, adattata poi a un’analisi geodetica, cioè una curva più breve che congiunge due punti in un determinato spazio. Grazie all’applicazione di questa tecnica e all’esame delle scosse sismiche accadute nell’area tra il 2017 e il 2020, i ricercatori hanno potuto stimare l’entità della deformazione del mantello terrestre.

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Le stazioni GNSS hanno riscontrato spostamenti verticali di 17 mm e spostamenti orizzontali di 8 mm. La maggior parte delle stazioni mettono in evidenza un movimento in elevazione da parte del mantello terrestre, piuttosto che di sprofondamento, nei pressi della Nuova Caledonia. Nel raggio di mille km dall’epicentro del sisma, invece, si è registrato un movimento di sprofondamento verso nord ovest.