Abitazioni green, cosa prevede l’Ue con le nuove direttive

Le abitazioni green sono al centro della direttiva approvata dall’Ue, dal punto di vista delle prestazioni energetiche: andiamo a vedere quali sono i parametri definiti da rispettare. 

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La transizione energetica è indirizzata alla decarbonizzazione del Pianeta attraverso una serie di strategie applicate a tutti i settori. Le azioni volte alla sostenibilità, infatti, sono da considerarsi a tutto tondo e devono necessariamente abbracciare più ambiti possibili. Le fonti rinnovabili sono la principale risposta alla riduzione delle emissioni della CO2, coniugate con altre implementazioni sostenibili.

Uno dei settori maggiormente coinvolto nelle dinamiche di efficientamento energetico è quello edilizio. Gli edifici infatti sono vettori di consumi energetici e di inquinamento. Gli adeguamenti relativi agli impianti di riscaldamento e raffrescamento e agli infissi sono quelli che consentono un miglioramento dell’isolamento termico e un risparmio energetico rilevante.

Le direttive Ue

raggiungimento classe superiore D entro 2033
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Si parte dalle classificazioni energetiche assegnate alle abitazioni in base a parametri di consumo energetico e conseguente tasso di inquinamento. L’unità di misura identificata copre un range che va dalla classe A, quella di massima efficienza, fino ad arrivare alla classe G, quella considerata più inquinante. L’attestazione di tale efficienza energetica viene calcolata dai professionisti del settore, con la certificazione detta APE, obbligatoria per la vendita e l’affitto degli immobili.

La stretta sulle prestazioni energetiche degli edifici vuole limitare l’impatto ambientale prodotto dalle abitazioni e sono state stabilite delle soglie di efficienza energetica che progressivamente dovranno essere raggiunte entro il 2030, la classe E, e entro il 2033 la classe D. Gli interventi relativi da effettuare sono sostanzialmente quelli che venivano indicati dal Superbonus.

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La situazione italiana

In Italia la situazione fotografata da ENEA evidenzia che il 34% degli edifici è in classe G e il 25% risulta in classe F. La maggioranza delle abitazioni italiane (60%), secondo il rapporto di ENEA, presenta prestazioni energetiche carenti. I due anni che hanno visto correre il Superbonus avranno sicuramente modificato i dati emersi dal rapporto precedente, ma ancora non sono stati resi noti.

Entro il 2030, quindi, si dovrà procedere all’adeguamento degli edifici attraverso tutti quegli ammodernamenti già contemplati nella misura del Superbonus. Cappotto termico, isolamento del tetto, sostituzione della caldaia per il riscaldamento e degli infissi. La sfida è rendere più efficienti dal punto di vista energetico gli immobili italiani.

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Le linee guida tracciate dal Parlamento Europeo sono stabilite con questa recente approvazione, ma il testo della direttiva non è ancora definitivo e potrà subire modifiche e variazioni sul tema. L’Italia si è già espressa ed ha votato contro tale direttiva che impone tempi e parametri penalizzanti per il Bel Paese.