Comunità energetiche: in Italia manca davvero poco per la partenza grazie al Pnrr. Cosa cambierà? Vediamo tutti i benefici
Ormai manca davvero poco e le comunità energetiche rinnovabili saranno realtà anche in Italia. grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) si potranno avviare diversi progetti, lungo tutto lo Stivale, che permettono a cittadini, aziende e privati di unirsi per produrre e consumare energia green prodotta grazie a impianti fotovoltaici, eolici, idroelettrici di biogas o biometano.
Una vera rete per iniziare a organizzare e gestire l’uso e la produzione della corrente in maniera diversa, innovativa e soprattutto meno impattante sull’ambiente. Secondo il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, l’approvazione da parte di Bruxelles arriverà a breve. Entro fine mese dovrebbe esserci il via libera per entrare nel vivo dei progetti. Ma quali sono i vantaggi di questo sistema? Vediamoli nel dettaglio.
Comunità energetiche: vantaggi e benefici
Le società energetiche sono pronte ad entrare nel vivo del progetto ma ora il traguardo è sempre più vicino. Il governo è fiducioso e mira a creare entro il 2026 circa 20 mila comunità energetiche in tutto il Paese. Il finanziamento iniziale, secondo il Pnrr, è di 2,2 miliardi di euro per le comunità energetiche istituire nei comuni con meno di 5 mila abitanti e che con potranno garantire una potenza massima di 1 megawatt. Numeri importanti che a conti fatti riusciranno a coprire circa il 40% delle spese di realizzazione o di potenziamento degli impianti già esistenti. Ma non è tutto. Le comunità energetiche, anche quelle già avviate, potranno usufruire di tariffe agevolate da unire ai contributi a fondo perduto.
Ma quali sono i vantaggi della creazione delle comunità energetiche? Non solo benefici dal punto di vista ambientale con tonnellate di anidride carbonica che viene eliminata dall’atmosfera grazie alla produzione e al consumo di energia rinnovabile, ma anche un contrasto alla povertà energetica. La comunità integra tutti i cittadini e consente ad ognuno, senza tenere conto del reddito, di contribuire alla riduzione dei costi per il rifornimento di energia con un aiuto concreto a chi è più fragile.
E ancora: l’energia elettrica acquista valore perché non viene direttamente autoconsumata ma immessa in rete così che tutti i componenti della comunità ne possano beneficiare e utilizzarla, riducendo in modo equo il prelievo dalla rete pubblica e dunque abbassando i costi delle bollette. Infine, i vantaggi fiscali grazie alle detrazioni sulle imposte.