Inquinamento, per ridurre le morti si dovrebbe mangiare meno carne

E’ stato confermato: il consumo di carne aumenta le morti causate dall’inquinamento. Vediamo maggiori dettagli. 

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Mangiare meno carne (Orizzontenergia.it)

Mangiare la carne in grandi quantità non fa bene all’organismo come erroneamente pensano molte persone: ridurne il consumo può addirittura avere effetti benefici sulla popolazione in termini di numero di morti per inquinamento. Scientificamente, sono emersi dei numeri molto importanti: stiamo parlando di 200.000 morti precoci dovute ad un eccesso di inquinanti atmosferici che potrebbero essere ridotte o evitate semplicemente passando ad una dieta povera di carne.

Nutrirsi in maniera più salutare dovrebbe rientrare tra i buoni propositi per il 2024. Prendersi questo impegno verso sé stessi e verso il pianeta significa scegliere una dieta con poca carne e ricca di cereali, frutta e verdura. Abbassare il consumo di prodotti di origine animale comporterà un miglioramento della qualità dell’aria. Capiamo quali collegamenti ci sono tra gli allevamenti e l’atmosfera.

Morti per inquinamento: evitarle mangiando meno carne

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Mangiare meno carne (Orizzontenergia.it)

Lo studio che porta testimonianza dei numeri e dei collegamenti tra allevamenti intensivi ed inquinamento atmosferico è stato pubblicato su Nature Communications. Secondo l’OMS, nel 2019 ben 4 milioni di persone sono decedute prematuramente per via dell’inquinamento atmosferico. A rendersi responsabile di questi danni all’atmosfera sarebbero state le emissioni di origine agricola. Oltre ad immettere nell’aria metano (CH4), protossido di azoto (N2O) e anidride carbonica (CO2), gli allevamenti di carne rilasciano nell’aria dell’ammoniaca, ossia un prodotto residuo dei reflui di origine zootecnica. Questa sostanza entra in reazione con altri agenti inquinanti, creando il particolato atmosferico, in particolar modo quello di diametro inferiore a 2,5 micrometri che penetra nel sangue tramite le vie respiratorie e genera problemi cardiovascolari, metabolici e polmonari.

Lo stesso studio che ha reso pubblici i dati, pubblicato dall’Environmental Change Institute dell’Università di Oxford, ha dichiarato l’importanza di passare ad una dieta con quantità di carne e pesce moderate (non del tutto escluse). Con un approccio flexitariano a livello mondiale si potrebbero evitare 100.000 morti precoci, grazie al miglioramento della qualità dell’aria. I benefici sarebbero subito evidenti nelle aree con maggiori concentrazioni di allevamenti intensivi, come in Belgio, in Olanda, nell’Italia Settentrionale, nel sud della Cina e negli Stati Uniti centro-occidentali. Cosa accadrebbe, invece, qualora tutto il mondo adottasse una dieta vegana?