Stop alla plastica usa e getta. Vietato l’uso dal 14 gennaio, i dettagli

E’ ufficiale. L’Europa dice stop alla plastica usa e getta una volta per tutte. Tutti i dettagli della direttiva europea valida dal 14 gennaio 2022.

stop plastica
L’Europa dice stop alla plastica usa e getta – Foto da Unsplash

La notizia è ufficiale. Dal 14 gennaio finalmente entrerà in vigore l’applicazione della direttiva europea “Single Use Plastic (SUP)”. La direttiva vieta l’utilizzo della plastica usa e getta, degradabile ma non computabile.

Lo stop consisterà nel dire addio a tutti quei prodotti usa e getta che utilizziamo nel quotidiano. Bicchieri, piatti di plastica e cannucce non potranno più essere prodotti, cercando così di ridurre l’inquinamento ambientale causato dall’usa e getta.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE —-> Anche i vestiti inquinano: l’elenco dei tessuti che non dovresti più comprare

Tuttavia, le proposte politiche da parte dell’Unione Europea e dal governo italiano non sono mancate, ma purtroppo sono state posticipate di anno in anno. Un esempio, è la Plastic Tax, una tassa sulla produzione di prodotti di uso quotidiano mono uso in plastica. L’idea alla base di questa proposta di tassazione era quella di scoraggiare le aziende a produrre plastica usa e getta, quella maggiormente utilizzata e maggiormente inquinante. Purtroppo, questa tassa, già rimandata diverse volte, sarebbe dovuta entrare in vigore in questo gennaio, ma è stata rimandata nuovamente al 2023.

Plastica usa e getta: gli effetti sull’ecosistema

plastica
Spiaggia piena di rifiuti in plastica – Foto da Unsplash

Ad oggi l‘inquinamento causato dalla plastica monouso è diventato il problema più pressante del secolo. Le enormi quantità di plastica prodotte e subito dopo gettate via, sono diventate impossibili da gestire. Proprio per questo motivo i nostri mari sono pieni di residui di plastica, dannosi per nostra salute e per tutto l’ecosistema.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE —-> Il caso voli fantasma in Europa: i numeri sull’inquinamento sono inquietanti

Andando avanti con gli anni la situazione non fa che peggiorare. Basti pensare che la metà di tutta la plastica prodotta è stata realizzata negli ultimi 15 anni. Una crescita enorme e senza regole, passando da 2.3 milioni di tonnellate presenti nel 1950, fino a giungere alle 448 milioni di tonnellate del 2015, con una previsione di raddoppio entro il 2050.

Ciò che rende questo materiale un problema è la sua resistenza. La plastica è infatti un materiale resistente al calore ed alla corrosione, immune da funghi e batteri. Sebbene questa caratteristica possa essere un vantaggio per certi versi, in termini di dannosità per l’ambiente non lo è di certo. Una bottiglia di plastica impiega ben 450 anni per degradarsi completamente, rilasciando CO2 dannosa per gli esseri viventi e per tutto l’ecosistema che li circonda.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE —-> Rischio estinzione per i ricci di mare. La Sardegna dice stop alla pesca per 3 anni

Perchè allora utilizzare un materiale così resistente e dannoso per farne un utilizzo così breve? La risposta è semplice: è un materiale economico. Ma quanto ci costerà questo risparmio economico in termini di salute e tutela del pianeta? Sicuramente ci costerà caro, e ne stiamo già pagando il prezzo.