Corsa contro il tempo per salvare centinaia di animali: è questa la causa

Maxi salvataggio di animali compromessi dagli effetti dell’emergenza climatica: vediamo tutti i dettagli della straordinaria operazione

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Elefanti (foto di Dan Sudermann da Pixabay)

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Il salvataggio di animali di qualsiasi specie e a qualsiasi latitudine è sempre accolto con un sospiro si sollievo. Il caso che andiamo a scoprire insieme è particolarmente significativo per le condizioni che hanno causato la minaccia concreta alle specie coinvolte.

Che l’emergenza climatica avesse creato notevoli disagi a tutto il mondo e a tutti i livelli era fuori discussione. Ma le proporzioni di questa catastrofe ambientale sono davvero incredibili. Il progressivo inaridimento del territorio a sud dell’equatore non lascia scampo, compromettendo in modo pericoloso l’habitat naturale degli animali.

Il viaggio verso la salvezza per gli animali in difficoltà: tutti i dettagli

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Leoni cuccioli dello Zimbabwe (foto di James Thompson da Pixabay)

E’ un vero e proprio esodo quello che si sta compiendo in Africa, più precisamente nello stato dello Zimbabwe, per migliaia di animali in pericolo. La minaccia è costituita dal progressivo inasprimento delle condizioni abitative dei territori più a sud del paese.

Gli sconvolgimenti climatici con la devastante siccità che ne è seguita hanno reso inospitali le aree inaridite e prive di corsi d’acqua accessibili. Mettendo a rischio la sopravvivenza della maggior parte delle specie animali autoctone della Save Valley Conservancy. L’unica alternativa per salvare le specie sofferenti è il loro spostamento fisico da sud a nord.

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L‘operazione, denominata “Rewild Zambezi” è davvero imponente.  Lo spostamento di più di 2.500 animali selvatici per oltre 700 chilometri non sarà certo una passeggiata. Saranno spostati circa 400 elefanti, 2000 impala, 70 giraffe, 50 bufali, 50 gnu, 50 zebre e 50 antilopi oltre a 10 leoni e un branco di 10 cani selvatici.

Le specie saranno accolte nei parchi preposti di Sapi, Matusadonha e Chizarira situati nel nord dello Stato africano. L’operazione ha preso il via a luglio e comporterà il movimento di massa della fauna selvatica lungo il paese. Abituati a combattere contro il bracconaggio, ora la minaccia è la mancanza di acqua.

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Tutta l’Africa sta risentendo degli effetti dei cambiamenti climatici e le riserve e i parchi nazionali devono fare i conti con le scarse precipitazioni con la conseguente distruzione degli ecosistemi. Questo si ripercuote a domino su tutte le specie animali causando mancanza di acqua e di cibo disponibile.

Lo Zimbabwe torna ad essere protagonista di un trasferimento di massa della sua fauna selvatica a 60 anni dall’Operazione Noah. Tra il 1958 e il 1964, infatti, furono spostati più di 5000 animali ma il motivo era esattamente l’opposto. In quel caso li si salvava dall’acqua di un enorme invaso artificiale creato da una diga idroelettrica, il Lago artificiale Kariba.