Asteroidi pericolosi, quanti ce ne sono nell’universo? La risposta inaspettata

Asteroidi pericolosi per l’incolumità della Terra: gli scienziati cosa dicono? Andiamo a scoprirlo

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Asteroide in orbita (foto da Pixabay)

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Gli asteroidi sono dei piccoli corpi celesti in circolazione libera nello spazio. Essi possono essere frammenti vacanti potenzialmente in grado di colpire improvvisamente il nostro pianeta. Chiamati anche “pianetini” sono simili per composizione al pianeta terrestre con un diametro inferiore al chilometro.

Le teorie scientifiche identificano questi corpi celesti in residui che non sono stati incorporati nei pianeti alla formazione del Sistema Solare. Gli studiosi da tempo immemore cercano di individuare le origini dei singoli corpuscoli e degli asteroidi attraverso le analisi della loro composizione. Possono essere fatti per lo più di minerali rocciosi mescolati a ferro.

Quali asteroidi in orbita nello spazio sono pericolosi per la Terra?

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Asteroide della Fascia principale (foto di WikiImages da Pixabay)

Gli asteroidi catalogati all’interno del Sistema Solare sono più di 700mila senza contare quelli non ancora scoperti. Il più grande rilevato nella Fascia principale è Cerere con un diametro calcolato di 1000 km. Altri gravitano all’esterno del Sistema e sono decisamente più grandi.

La Fascia principale è individuata tra Marte e Giove e dista dal Sole tra i 2 e i 4 UA. Il nostro Sistema Solare è dunque ricco di asteroidi da tempo monitorati e analizzati dagli scienziati dei centri spaziali. Allo studio principalmente i loro percorsi orbitali in modo da tenere sotto controllo gli eventuali pericolosi avvicinamenti alla Terra.

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I cosiddetti asteroidi Near-Earth sono circa 26mila e sono quelli più vicini al nostro pianeta. Alcuni di questi, circa 2000, hanno un orbita che si interseca con quella della nostra cara Terra. Di questi sono solo meno di 200 quelli con dimensioni considerate rilevanti per un’eventuale collisione.

Il continuo monitoraggio delle rocce spaziali vaganti e il tracciamento delle loro orbite è l’unica via per evitare per lo meno sorprese sgradevoli. I progetti statunitensi come Catalina Sky Survey e Pan-STARSS scandagliano continuamente il cielo e grazie ad un software identificano e catalogano tutti i corpi celesti individuati. Tutte le osservazioni vengono segnalate al Minor Planet Center incaricato dall’Unione Astronomica Internazionale.

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Tutte le segnalazioni formano un database globale in cui vengono raccolte e catalogate. I successivi calcoli orbitali effettuati consentono di definire i percorsi dei corpi celesti osservati. Gli studi permettono di fare delle stime sui rischi di eventuale impatto con la Terra.

Anche in Europa non si sta con le mani in mano. In particolare in Italia dal 2013 a Frascati c’è il centro elaborazione dati dell’ESA (lo European Space Research Institute-ESRIN). Raccolti i dati dal centro americano si calcolano le probabilità di collisione utilizzando un software (SpaceDys) sviluppato dall’Università di Pisa.