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Riscaldamenti razionati, la mappa di un’Italia a risparmio energetico

Il Ministero della Transizione Ecologica stabilisce le restrizioni per affrontare il risparmio energetico: riscaldamenti razionati in tutta Italia.

Termostato (Pixabay)

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Da ottobre scatta il piano per il risparmio di gas imposto in tutta Europa. Il Ministero della Transizione Ecologica (MiTE) stabilisce le prime restrizioni sul riscaldamento e sul razionamento dell’energia. L’obiettivo è quello di ridurre almeno del 15% i consumi di gas su tutto il territorio nazionale. In particolare, si parla delle prime limitazioni imposte sul riscaldamento di casa.

Tempo di accensione e temperatura limitate in tutte le case degli italiani, per far fronte a questo periodo delicato di crisi energetica. La temperatura deve essere ridotta di un grado, mentre si riduce anche il periodo di accensione dei termosifoni. Tutti i cittadini, sia in case autonome che in palazzine, dovranno accendere i termosifoni con una settimana di ritardo e chiuderli con una settimana di anticipo.

Le limitazioni imposte dal MiTE sui riscaldamenti nelle case

Mappa razionamento Italia (fonte MiTe – Il Giorno)

Nel 1993 l’Italia è stata suddivisa in fasce, il nuovo Decreto si basa proprio su questa divisione per indicare e imporre le limitazioni. Il regolamento del MiTE tiene conto della suddivisione e pubblica orari e date di accensione dei termosifoni. Si inizia con una settimana di ritardo e si concluderà con una di anticipo, risparmiando due settimane di riscaldamento in tutto il periodo freddo.

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Oltre alla diminuzione dei giorni di accensione, saranno limitate anche le ore giornaliere. Le fasce climatiche sono suddivise dalla A alla F. Alla fascia A appartengono le aree più calde. A questa categoria appartengono solo due Comuni: Lampedusa e Linosa, i più caldi d’Italia, dove i termosifoni dovranno essere accesi dall’8 dicembre al 7 marzo, 5 ore al giorno. Alla fascia F ci sono le aree più fredde del Paese, non soggette a limitazioni.

La fascia B comprende  molte zone costiere, focalizzate in Calabria, Sicilia e Sardegna. In questa fascia, i termosifoni dovranno essere accesi dall’8 dicembre al 23 marzo, per 7 ore a giorno. La fascia C comprende gran parte della Sardegna, della Sicilia, della Puglia e alcune aree della Calabria, della Campania, del basso Lazio, della Toscana e della Liguria. Qui i riscaldamenti resteranno accesi dal 22 novembre al 23 marzo, per 9 ore al giorno.

La fascia D copre la zona appenninica, le Regioni che affacciano sull’Adriatico settentrionale, e gran parte della Pianura Padana: riscaldamenti accesi dall’8 novembre al 7 aprile, per 11 ore al giorno. La fascia E copre le Regioni centrali, quindi Umbria, Toscana, Marche, Lazio, Abruzzo, per poi scendere in buona parte del Molise, della Campania, dell’entroterra pugliese, siciliano e sardo.

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Il periodo di accensione dei riscaldamenti va da 22 ottobre fino al 7 aprile, per 13 ore al giorno. Infine, nella fascia F rientrano le zone alpine e l’area appenninica compresa tra Lazio, Abruzzo e Marche. Queste zone, essendo le più fredde d’Italia, non sono soggette a limitazioni.

Andrea Cerasi

Romano, laureato in Lettere all'Università La Sapienza di Roma, è autore di romanzi e saggi. Appassionato di ambiente e di sostenibilità, amante della natura e degli animali.

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