Tartufi, impariamo a cercarli nel bosco. I trucchi del mestiere

Il Tartufo, un fungo molto particolare e pregiato, di cui l’Italia è il primo produttore ed esportatore al mondo

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Scaglie di tartufo nero (Foto di Didier-Pixabay)

Il tartufo, è un fungo che si trova sotto la terra. Il genere a cui appartengono, è Tuber, ma ne esistono molti altri. Sono micorrizici, hanno, cioè, bisogno di un determinato ambiente e di alcune piante particolari per poter crescere in simbiosi.

Infatti, i boschi in cui si possono trovare, sono quelli dove crescono pioppi, salici, rosa canina. Ma la cosa fondamentale, è che ci siano anche corsi d’acqua, perchè il tartufo, in particolare quello bianco, ama l’umidità.

Alcuni accorgimenti per la ricerca del tartufo

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Pulizia del tartufo (Foto di alefolsom-Pixabay)

La ricerca del tartufo è un’attività millenaria. Già Plinio il Vecchio, nella sua Naturalis Historia, ne parla elogiandolo. Altri autori ne cantarono le doti e la bontà tramandando l’idea che il fungo fosse il risultato di un’azione combinata tra acqua, calore e fulmini.

Il nome stesso, ha origine dal latino terrae tufer, cioè escrescenza della terra. Tufer sarebbe usato al posto di tuber. Poichè tale derivazione non risultava convincente, Giordano Berti, fondatore dell’Archivio Storico del Tartufo, ha dimostrato che il termine tartufo deriva sì dal latino, ma da terra tufide tubera.

La storia ci dimostra che il tartufo è sempre stato presente sulle tavole degli italiani, fin da tempi remoti. La sua ricerca, oggi, per alcune persone, è una passione ed anche un lavoro. Molto apprezzati dagli chef di tutto il mondo, per il suo profumo persistente e il suo sapore particolare.

Il fatto che la ricerca sia limitata ad un particolare periodo dell’anno, che richieda tempo ed energie, e, soprattutto, che il prodotto trovato sia esiguo, fanno del tartufo un fungo pregiato e molto costoso.

Oggi, due delle regioni in cui è possibile trovare il  tuber magnatum, sono: il Piemonte, con il famosissimo tartufo bianco d’Alba, e la Toscana. E’ il fungo più pregiato e costoso che si può trovare in commercio.

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Per cercare i tartufi, a detta di chi lo fa per mestiere, si deve tenere conto del luogo, è fondamentale sapere dove cercare. Altro fattore determinante è la scelta il migliore amico dell’uomo: il cane da tartufo.

Esistono particolari razze con caratteristiche specifiche, che vengono addestrati per la ricerca. Le doti che devono avere sono: l’olfatto molto sviluppato, uno scarso interesse per il prodotto da cercare, resistenza fisica, capacità di concentrazione ed obbedienza.

Le razze sono diverse, possiamo scegliere un Bracco, un Setter, un Labrador, un Pointer, un Breton, un Beagle, un Cocker Spaniel. Sembra, però, che, negli ultimi tempi, si preferisca farsi accompagnare da un Lagotto Romagnolo.

Dotato di un fiuto eccezzionale, la sua caratteristica più importante, è che, con il tempo, ha smarrito l’istinto della caccia, questo è uno dei motivi per il quale non si distrae quando si trova di fronte al tartufo.

Il suo carattere dolce, affettuoso e sveglio, fanno di lui un compagno perfetto. Inoltre è facile da addestrare e si lega molto al padrone, per cui gli risulta facile allontanarsi per la ricerca, ma anche ritornare velocemente ad ogni richiamo.

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Il tartufo, oltre ad essere un prodotto pregiato, ha anche numerose proprietà nutrizionali e terapeutiche. Il suo contenuto di acqua, fibre, proteine, lipidi, ceneri, azoto e glucidi solubili, fanno di questo fungo un alimento prezioso.

Ha, infatti, proprietà anti-invecchiamento, digestive, dimagranti, drenanti, antibatteriche. E’ anche un ottimo aiuto per migliorare l’umore. La presenza di anandamide, un neuro-modulatore aiuta a riportarci il buonumore, contribuendo a migliorare il nostro stato di benessere.

Se non siamo attrezzati nella ricerca del tartufo, o non siamo in grado di acquistarlo visto i suoi costi non indifferenti, possiamo, però, optare per gli olii aromatizzati o le creme spalmabili che troviamo in commercio.