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Green

Vietato scaldarsi, è davvero così? Facciamo chiarezza sul risparmio energetico

La crisi energetica costringe tutta l’Europa al risparmio energetico, si teme la stretta sui riscaldamenti, ma facciamo chiarezza.

Stufa a legna (Pixabay)

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Sono già sorte una marea di polemiche a seguito della programmazione di alcune limitazioni sui riscaldamenti. Non bastano le nuove regole impartite per l’accensione dei termosifoni, suddivise in fasce in base all’area (ne abbiamo parlato di recente qui), ora ci si mettono anche i divieti di utilizzo del camino e delle stufe a biomassa e pellet.

Alcune Regioni italiane hanno emanato il divieto di utilizzare impianti di riscaldamento basati sulla combustione della legna, quindi camini e stufe (a legna e a pellet) per evitare inquinamento atmosferico e sprechi di risorse, in un momento davvero delicato per tutta l’Europa. Le leggi introdotte di recente, riguardano gli impianti domestici con potenza al focolare inferiore ai 10 kW. Facciamo chiarezza.

Cosa sapere sui divieti di accensione di camini e stufe a legna e a pellet

Stufa a pellet (Pixabay)

La Regione Lombardia, ad esempio, sin dal 1 gennaio 2020 ha già introdotto alcune limitazioni, come quella che riguardava l’installazione di generatori di calore alimentati a biomassa legnosa, ma con emissioni superiori alle soglie stabilite. Invece, per i generatori di nuova generazione, con almeno 4 stelle, non erano applicate limitazioni nell’utilizzo.

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Le limitazioni andavano a colpire solo generatori di calore arretrati, con meno di 4 stelle. Le imposizioni riguardavano anche il materiale da bruciare. Anche in questo caso, il pellet da ardere deve essere di qualità, conforme alla classe A1. A Brescia e provincia, invece, cambia qualcosa.

Nell’autunno dello scorso anno, la Regione ha rilasciato una deroga, permettendo l’utilizzo di impianti a legna e a pellet fino all’autunno del 2024. In Veneto si vieta, sin dall’inverno del 2017, l’installazione di generatori di calore inferiori a 4 stelle. Mentre in Piemonte, sin dal 2019, si vieta l’installazione di stufe a legna con potenza inferiori a 35 kW e con prestazioni inferiori alle 4 stelle.

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Infine, l’Emilia Romagna non permette l’accensione di impianti a 1 e 2 stelle per le cittadine con altitudine inferiore ai 300 metri, quindi che non rientrano nella fascia di “Comuni montani”, e che possono ricorrere a sistemi di riscaldamento alternativi. Quello che emerge, è che le limitazioni non sono una novità, imposte per l’autunno 2022, ma sono già in atto da anni e in tantissimi Comuni d’Italia.

Andrea Cerasi

Romano, laureato in Lettere all'Università La Sapienza di Roma, è autore di romanzi e saggi. Appassionato di ambiente e di sostenibilità, amante della natura e degli animali.

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