L’alchechengi, un frutto facile da coltivare ma dal nome insolito

Il nome è insolito e la forma del frutto ancor di più, è l’alchechengi, pianta autunnale poco conosciuta ma facile da coltivare.

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Piantina di alchechengi (Canva)

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Certamente il nome è insolito, ma anche la forma non è proprio comune. L’alchechengi è una pianta poco conosciuta ma molto particolare. I frutti sono rossi e sembrano palline. Si raccolgono in autunno e si coltivano facilmente. L’alchechengio è una piantina cespugliosa molto resistente e che produce frutti dalle grandi proprietà benefiche,

La forma dei fiori è a lanterna, solitamente si pianta in giardino come pianta ornamentale. Ma la pianta produce delle bacche buonissime e ricche di nutrienti. Ecco perché è una buona idea coltivare l’alchechengio, basta dargli la luce necessaria, un buon terreno e la giusta quantità di acqua. Ecco come coltivarlo.

Come coltivare l’alchechengi e godere dei suoi frutti buonissimi

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Pianta di alchechengi (Canva)

Pianta perenne appartenente alla famiglia delle Solanaceae, l’alchechengio è una pianta resistente alle varie temperature e anche all’attacco dei parassiti o delle malattie. I suoi fiori rossi sembrano piccole lanterne delicate, mentre le bacche tondeggianti hanno un sapore squisito. Sono eccellenti per la produzione di marmellate.

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Della pianta, è possibile consumare soltanto le bacche, tutto il resto non è commestibile e potrebbe dare alcuni problemi di salute. Di solito, si coltivano tre varietà di alchechengio:

  • Il comune, dai fiori arancioni e rossi
  • L’annuale,  di dimensioni ridotte
  • Il giallo-dolce, che si coltiva per scopo alimentare

Si semina nel mese di febbraio, basta interrare un paio di semi nel vaso e irrigare, lasciando poi in un ambiente caldo. Le irrigazioni devono essere costanti, ma senza esagerare. Da aprile, i germogli si possono trapiantare all’aria aperta. Occorre concimare con prodotti con alto contenuto di potassio, ciò garantirà fioriture abbondanti.

Meglio sfruttare concimi a lento rilascio, meglio se liquidi, da somministrare ogni due settimane. Dalla fine di agosto, si possono già raccogliere le bacche, per tutto l’autunno, fino ai primi di dicembre. Al termine della fioritura, i fiori si richiudono attorno alla bacca.

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Le bacche si recuperano a mano, una per una. Queste fanno bene alle funzioni dei reni e svolgono un’azione antiossidante. Sono ricche di vitamina C e di acido citrico. Contengono minerali, come ferro e calcio, alleati dell’intestino. Depurano le vie urinarie e sono antinfiammatori. Sono molto efficaci per il contrasto dei calcoli renali.