Agricoltura rigenerativa, capiamo perchè è così importante per il futuro

Creare un futuro più sostenibile per il nostro pianeta è essenziale per il riequilibrio di ogni ecosistema, ma dobbiamo partire dalle basi

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Agricoltura (Foto di Pexels-Pixabay)

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La popolazione mondiale è in crescita e questo comporta un aumento anche della domanda di cibo. I metodi di produzione utilizzati hanno portato allo sfruttamento eccessivo ed intensivo della terra ed all’inquinamento dell’aria.

Il primo vero cambiamento sta nel cambiare radicalmente questi processi, che non sono più sostenibili, in modo da risolvere i problemi dalla radice. La natura è il tesoro più prezioso che abbiamo perché governa tutti gli equilibri degli esseri viventi.

L’agricoltura rigenerativa perchè è importante per il futuro del pianeta

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Carota (Foto di svklimkin-Pixabay)

Le coltivazioni devono lasciare al terreno i principi nutritivi necessari alle piante, che a loro volta sfamano gli uomini e gli animali. I prodotti chimici hanno intossicato ed avvelenato, non solo la terra, ma, di conseguenza, anche gli organismi.

E’ fondamentale rendere fertile il terreno riducendo al minimo la sua lavorazione, eliminare, almeno gradualmente, ogni sostanza chimica nociva e integrare anche il bestiame. Questo e altro, è ciò che si propone l’agricoltura rigenerativa.

Stiamo assistendo ad un’importante inversione di rotta, e sempre più coltivatori decidono di abbandonare i dettami della produzione intensiva, spostandosi,  invece, nell’ambito di questa nuova tendenza.

Si cerca di utilizzare un’insieme di pratiche, consuetudini e saperi che mirano alla produzione di ortaggi per le necessità dell’uomo, prestando però attenzione anche alle necessità ambientali. Alcuni agricoltori hanno rispolverato le conoscenze già adottate in passato da chi ha praticato prima di loro la permacultura, l’agricoltura biologica e quella biodinamica.

Si tratta prinicipalmente della rotazione delle colture perché coltivare sempre la stessa specie vegetale porta il terreno a perdere i suoi nutrienti. Vanno evitate arature troppo profonde, infatti il passaggio continuo sui campi coltivati con macchinari  e l’eccessiva estirpazione di piante dalla crescita spontanea, rendono la terra sempre più povera.

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Si mira ad una distribuzione della sostanza organica, alla remineralizzazione del suolo e a ripopolare i terreni con lombrichi ed insetti utili per la lotta biologica ai parassiti. Infine si vogliono ridurre gli sprechi ed abbattere le emissioni.

Per l’irrigazione, ad esempio, si recupera  quanta più acqua piovana possibile. Eventuali colture in eccesso vengono impiegate per alimentare il bestiame mentre la fertilizzazione avviene con compost autoprodotto o con concimi recuperati da chi tiene gli animali, creando così un’economia circolare.

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Si tratta di mettere ora le basi per migliorare il domani, di creare, cioè, un futuro sostenibile partendo dalla terra. Un cambio di paradigma: proteggere ed arricchire, anziché deturpare e impoverire le risorse naturali.

Inoltre l’agricoltura rigenerativa si propone anche di rivalorizzare le comunità. Tutto questo naturalmente è un grande potenziale sia per il miglioramento climatico, ambientale, che per gli agricoltori, e i produttori stessi.