Etichette sulla frutta, impariamo a leggerle: la vecchia bufala che riprende a circolare

La storia è vecchia ma si ripete tale e quale ad allora. Attenzione alle etichette giustapposte sulla frutta ma ancor di più alle bufale che sorgono attorno ad essere.

etichette frutta mele
Mele – foto da pixabay

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Sta circolando sul web uno screeshot allarmistico. L’oggetto dell’allarme sarebbe rappresentato dalle etichette apposte sulla frutta e la verdura esposta al surpermercato.

A dei codici ben precisi presenti sulle etichette corrisponderebbe un rischio più o meno elevato di stare ad acquistare degli OGM. Ma come rendersene conto? Ed è davvero così? Facciamo chiarezza.

Etichette sulla frutta: cosa ci stanno comunicando? Affrontiamo la questione

etichette frutta ogm
Ogm – foto da pixabay

A quanto pare la questione è recidiva. Era già successo tempo addietro che una bufala simile prendesse il largo con tale facilità. L’oggetto dello pseudoallarme? Le etichette giustapposte sulla frutta messa in vendita nei supermercati. Il sito che ha diffuso la bufala, stando a quanto leggiamo su Butac.it, sarebbe “La tua dieta personalizzata“.

Nell’articolo compare il riferimento a dei codici di 4 0 5 cifre i quali starebbero a identificare il modo di coltivazione dei prodotti e in particolare il ricorso, o meno, a pesticidi. Se il codice è di 4 cifre e inizia coi numeri 3 o 4, il prodotto è stato coltivato in modo tradizionale, servendosi quindi, presumibilmente, di pesticidi.

Se invece il codice consta di 5 cifre e la serie inizia col numero 8, allora saremmo in presenza di un prodotto coltivato modificandolo geneticamente. All’affermazione segue il consiglio di non acquistare tali prodotti. Se il codice inizia invece con il numero 9, si legge, il prodotto sarà stato coltivato biologicamente, senza ricorso a sostanze ottenute in laboratorio.

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Partiamo dalle basi. Il codice a cui si riferisce il sito, ci dice Butac.it, non risponde, come dichiara l’articolo allarmista, al PLU, ovvero al Price Look Up, codice nato nel 2021 dall’International Federation for Produce Standards. Il PLU viene trattato dall’articolo come un codice obbligatorio da riportare, ma così non è.

Il regolamento europeo non fa cenno all’obbligatorietà del PLU code, per il quale è possibile delegare all’arbitrio dei produttori la scelta d’esposizione, bensì all’EAN. Il codice EAN (European Aricle Number) era stato introdotto per consentire la tracciabilità trasparente dei prodotti. Dal 2009, tuttavia, questo codice è stato sostituito dal sistema GTIN (Global Trade Item Number), un codice di 13 cifre chiamato anche EAN13.

L’EAN13 è composto da due o tre cifre iniziali stanti ad indicare il paese di provenienza, una sequenza di 5 cifre riferentosi al produttore, una sequenza di 4 o 5 cifre scelte dallo stesso e un numero di controllo, una cifra. Il PLU code è di sole 5 cifre, o 4, e in alcun modo contiene informazioni riguardo agli OGM.

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Altra informazione falsa è la seguente. Se un prodotto presenta il 9 davanti al codice PLU, quindi è proveniente sa agricoltura biologica, non significa che sia esente da pesticidi e fitofarmaci. L’agricoltura biologica non si serve di pesticidi sintetici, ricavati in laboratorio, ma ne utilizza di certo di origine naturale.

Non tutte le sostanze naturali utilizzate in agricoltura biologica non arrecano danni all’ambiente, anzi. Il rotenone è stato bandito dall’agricoltura biologica per il grado di tossicità, i sali di rame, utili come fungicidi, sedimentano nel terreno e non vengono facilmente eliminati. Attenzione a diffondere informazioni false, quindi.