Biodigestori, cosa sono e come funzionano: i pro e i contro

Proprio alla fine dello scorso anno, si è tornati a parlare di biodigestori, impianti green utili per ridurre la quantità di rifiuti in discarica: vediamo i pro e i contro.

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Impianto di biogas (Canva) – Orizzontenergia.it

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L’argomento riguardante gli impianti di biodigestori è tornato alla ribalta alla fine dello scorso anno, sollevando molteplici dubbi sull’effettiva funzionalità. Questi impianti servono per ridurre la quantità di rifiuti in discarica. Tramite un processo di compostaggio in assenza di ossigeno, questi impianti riescono a convertire i rifiuti domestici in energia termica.

Tutti i rifiuti domestici, derivati dagli scarti organici e da quelli agricoli, si possono trasformare in energia termica, proprio grazie alla funzione degli impianti biodigestori. In Italia, le aree adibite per il funzionamento di questi impianti sono localizzate soprattutto al nord. Vediamo come funzionano, cercando di capire i pro e i contro.

Il processo di trasformazione dei rifiuti in energia termica, come funzionano i biodigestori

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Struttura esterna del biodigestore (Canva) – Orizzontenergia.it

Quando i rifiuti arrivano all’impianto, le macchine aprono tutti i sacchi contenente la spazzatura organica e separano i rifiuti leggeri da quelli di grandi dimensioni. Subito dopo, si passa alla deferrizzazione, sfruttando delle potentissime calamite che attraggono eventuali rifiuti in acciaio e scarti ferrosi. A questo punto, si eliminano gli scarti non idonei alla digestione, come plastiche o metalli.

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La digestione anaerobica, cioè in assenza di ossigeno, permette di inviare l’umido in contenitori sigillati e contenenti batteri, i quali favoriscono la trasformazione dell’organico in biogas. Il biogas viene poi depurato, in modo da ottenere il metano, mentre la parte umida viene trasformata in compost. Il processo è eccellente per il riciclo e per l’ambiente. Tuttavia, esistono i contro.

Secondo uno studio apparso sulla testata Science Direct, lo smaltimento del digestato comporterebbe un grosso dispendio energetico, monetario ed ecologico. I biodigestori, infatti, consumerebbero tantissima energia elettrica e non riuscirebbero a smaltire tutto il materiale, inoltre, secondo alcuni, la fermentazione anaerobica, favorendo la produzione di batteri sporigeni anaerobi, una volta trasformati in concime potrebbero causare malattie agli animali da allevamento e alle persone.

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Altre ricerche, di contro, affermano dell’importanza di queste strutture, in grado di ridurre il gas serra proprio con il biogas e a impatto zero. Insomma, tra pro e contro, questi impianti continuano a lavorare e a essere in funzione, e offrono certamente una valida soluzione allo smaltimento e al recupero di materiale organico e umido.

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