Tempesta geomagnetica investirà la Terra: cosa accadrà

Tra il 19 e il 20 gennaio una tempesta geomagnetica investirà la terra. Che significa? Al centro del fenomeno flussi di vento solare.

tempesta geomagnetica nuvole
Tempesta geomagntica – foto da pixabay – orizzontenergia.it

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Siamo a gennaio inoltrato anche se la stagione fredda non accenna a partire e la notizia dell’ultima ora non è delle più rassicuranti anche se non c’è da temere: non siamo in pericolo.

Tra il 19 e il 20 gennaio è prevista una tempesta geomagnetica di vento solare in direzione terra causata da una massiccia espulsione di massa coronale (CME) da parte del sole. Ma vediamo meglio di che si tratta.

Tempesta geomagnetica: cosa è e quali sono i reali pericoli per noi

Tempesta geomagnetica stella
Sole – foto da pixabay – orizzontenergia.it

Sul sole, la stella a noi più vicina e grazie alla quale la vita sulla terra è riuscita a svilupparsi con così grande successo, sta per accadere qualcosa. Fra il 19 e il 20 gennaio, calendario terrestre, la stella espellerà in direzione terra un potente flusso di particelle cariche elettricamente.

Di che si tratta? Di massa coronale (CME). Il fenomeno potrebbe prendere la forma, per noi, di uan tempesta geomagnetica. A consolare è tuttavia la direzione del flusso di particelle che investirà il globo solo parzialmente. Il vento solare probabilmente darà vita ad una tempesta geomagnetica di debole entità non priva, tuttavia, di conseguenze.

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La scia di plasma espulsa dal Sole è tenuta sotto ossservazione già dal 15 gennaio quando gli studiosi hanno rivelato le prime due espulsioni di CME. La massa coronale consiste nello stato più esterno dell’atmosfera del sole. Le espulsioni di massa, plasma ed elettroni è piuttosto comune in questa fase del ciclo vitale della stella.

Il Sole si appresta a raggiungere il picco massimo del suo ciclo di 11 anni, che raggiungerà nell’estate del 2025. Tipici di questa fase, si diceva, sono ementi come macchie solari, espulsione di materiale dalla corona esterna nello spazio. I flussi sono da monitorare poiché la direzione terrestre è potenzialmente dannosa.

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La regione da cui è partita l’espulsione di massa è quella della macchia solare AR3182, da cui hanno avuto origine i primi brillamenti di classe M. Il primo brillamento è quello che ha investito il pianeta e le cui conseguenze minime sono state avvertite nella giornata del 18 gennaio in termini di lievi disturbi alle linee elettriche e alle funzionalità dei satelliti.

Altra conseguenza possibile è la potenziale alterazione del comportamento migratorio degli animali. L’evento generato da questo primo flusso di plasma è appartenete alla classe G1, la più debole su 5 gradazioni. Il secondo brillamento è quello che invece dovrebbe mancare la Terra. Non ci si aspettano tuttavia conseguenze di entità più grave di quelli sopra descritti.