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Aerei e biocarburanti: le emissioni sono più basse del 40%

Per ridurre l’inquinamento atmosferico si sta muovendo anche chi si occupa di aerei, e i risultati sembrano essere promettenti

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L’ aria che respiriamo è inquinata, e lo sappiamo. Ogni giorno, camminando per le strade cittadine, respiriamo, insieme all’ossigeno, particelle inquinanti che non favoriscono il nostro benessere fisico. Le macchine, i camion, le emissioni delle fabbriche sono i principali fattori di inquinamento.

Un altro fattore di inquinamento a cui non pensiamo spesso, ma che è responsabile del 7% degli effetti climatici causati dall’uomo, è il traffico aereo internazionale. I voli low-cost hanno sicuramente peggiorato la situazione. Secondo i dati IATA, International Air Transport Association, di qualche anno fa, ogni giorno nei nostri cieli partono 200 mila voli.

Le emissioni di CO2 dipendono dal numero dei voli quotidiani, dal tipo di motore dell’aereo, dal loro peso, dal tragitto e dalle condizioni atmosferiche. Insieme alla CO2 gli aerei rilasciano nell’aria anche ossidi di zolfo, monossido di carbonio, idrocarburi e particolato.

Quando acquistiamo un biglietto aereo, dobbiamo essere consapevoli che 1 chilometro percorso volando, inquina 30 volte di più di un chilometro fatto in treno, o come 600 automibili Euro 0. A conti fatti, ogni anno vengono rilasciate nella troposfera e nella bassa stratosfera 600 milioni di tonnellate di anidride carbonica.

Le piogge che si formano nella troposfera, di conseguenza porteranno, con le precipitazioni, le diverse sostanze tossiche raccolte in quella parte di atmosfera. Da qui si innesca un circolo vizioso, per cui, più le piogge sono acide, più i nostri suoli saranno inquinati.

Anche per gli aerei si sta studiando una miscela che inquina meno i nostri cieli

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E’ necessario, quindi, muoversi per ridurre anche l’inquinamento aereo. Una recente ricerca condotta da ENEA, in collaborazione con l’Aereonautica Militare, il CNR e il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, ha sperimentato l’uso di miscele di biocombustibile.

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L’esperimento è stato fatto su un aereo militare ottenendo una riduzione fino al 40% delle emissioni complessive. Antonella Malaguti, ricercatrice ENEA del Laboratorio di Inquinamento Atmosferico presso il Centro Ricerche di Bologna spiega che:

“Grazie al nostro laboratorio mobile abbiamo calcolato gli indici di emissione per tipo di carburante, che esprimono la concentrazione di inquinante presente nei gas di scarico dell’aereo in funzione della quantità di combustibile bruciato”.

Importante anche la valutazione delle possibili risposte biologiche dei nostri polmoni. I ricercatori hanno esposto alcune cellule bronchiali in vitro alle emissioni sia dei combustibili fossili che delle miscele di biocarburante. Un test effettuato per la prima volta e che apre scenari importanti per determinare il possibile rischio per l’uomo.

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Sembrerebbe, quindi, possibile ridurre l’inquinamento aereo, ma per ottenere dei risultati rilevanti serve, secondo Malaguti e Gualtieri:

” un grande sforzo nello sviluppo e nella sperimentazione di carburanti da fonti rinnovabili per sostituire, parzialmente o totalmente, i combustibili fossili attualmente utilizzati, ma senza perdere di vista i potenziali effetti sulla salute dell’uomo, come dimostra il nostro studio”.

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