Mediterraneo e rifiuti: più della metà sono di plastica

Mediterraneo e rifiuti: il report 2022 mette nero su bianco cosa avviene nelle acque che circondano il nostro Paese. Gli scarti sono ancora un problema 

Rifiuti galleggianti mare situazione Mediterraneo
Rifiuti galleggianti (Canva) OrizzontEnergia.it

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Che i mari e gli oceani siano delle discariche a cielo aperto ormai non è né una novità e né tantomeno un segreto da proteggere e nascondere. Gli esiti riscontrati negli ultimi anni parlano chiaro: la maggior parte dei rifiuti, soprattutto di plastica, finiscono proprio nelle acque creando un enorme pericolo per gli ecosistemi e dunque per il pianeta.

Il Mediterraneo non è da meno. I rifiuti che vi galleggiano sono costituiti per il 65% di plastica. Un dato emerso dalla campagna 2022 realizzata da Ispra che mette nero su bianco un fenomeno che non arretra nemmeno di un millimetro confermando quello che viene chiamato marine litter. Si tratta proprio dei rifiuti che finiscono in mare e che stanno minando la sopravvivenza delle acque.

Mediterraneo e rifiuti: il report 2022

Plastica mare Mediterraneo report 2022
Plastica in mare (Canva) OrizzontEnergia.it

Si tratta di resti di bottiglie, buste, resti di packaging e di utensili per la pesca i principali rifiuti che finiscono in mare ed inquinano le acque, lungo il litorale, alla foce dei fiumi e non solo. Lo spiega, ancora una volta, un progetto dedicato ai rifiuti in mare, con focus sul Mediterraneo. Si chiama “Floating Litter” nato dalla collaborazione fra Associazione Progetto Mediterranea e l’Ispra, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale.

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L’obiettivo è stato quello di studiare il Mediterraneo promuovendo la salvaguardia ambientale e la ricerca scientifica osservando quello che accade nelle acque. In tutte le aree percorse sono stati osservati grandi quantità di rifiuti in mare principalmente di plastica arrivando al 65% di tutti gli scarti rilevati.

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Le aree maggiormente colme di rifiuti? Soprattutto lungo la foce dei fiumi in Adriatico e lungo le coste meridionali della Sicilia. Qui grandi quantità di ‘schiume’ sono state riscontrate nel corso di tutta l’osservazione che si è svolta tra maggio e settembre 2022 costeggiando tutta la Sicilia, passando per il Golfo di Taranto e la costa adriatica arrivando fino a Venezia.