Tropicalizzazione del Mediterraneo: nasce il primo archivio che potrà essere consultato da tutti

Mediterraneo, verso la tropicalizzazione con le note e nefaste conseguenze: pronto un database pensato per monitorare l’evolversi della situazione

specie sentinella tropicalizzazione mediterraneo
Specie sentinella-Facebook-collage OrizzontEnergia.it

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Il climate change in atto da anni sta modificando in modo rilevante gli habitat naturali e molti ecosistemi. Le conseguenze terribili sono sotto gli occhi di tutti. Gli scienziati stanno cercando da un lato di monitorare costantemente la situazione e il suo evolversi, dall’altro analizzano e pongono in essere una serie di interventi volti a strategie di adattamento.

Diventa però molto complicato monitorare intere aree geografiche, per non parlare di enormi distese di acqua. Ma il monitoraggio è il primo importante passo per poter difendere la natura dagli effetti devastanti del cambiamento climatico. Con questo obbiettivo si sono via via sviluppate innovazioni tecnologiche in grado di attuare tale lavoro di osservazione.

Un database marino

ClimateFish database marino mediterraneo
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L’obbiettivo è quello di monitorare l‘evolversi della situazione in riferimento ai cambiamenti climatici che flagellano il Pianeta. Molte le iniziative e gli studi messi in campo a questo scopo. Nel Mar mediterraneo si è arrivati a sviluppare un archivio per attivare le misurazioni necessarie a stabilire il grado di tropicalizzazione del bacino mediterraneo.

L’importanza del Mar Mediterraneo è data dalla sua incredibile biodiversità presente nei suoi fondali. L’analisi delle specie presenti nel nostro mare consente di verificare l’evoluzione dei cambiamenti innescati. Il riscaldamento delle acque è tra i più rilevanti ed è necessario individuare le specie cosiddette sentinella.

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Da queste evidenze nasce il database alla portata di tutti che identifica 15 specie di pesci sentinella. Il termine sentinella sta ad indicare la peculiarità di alcune specie presenti del nostro mare che sono state catalogate all’interno di ClimateFish. Sono considerate sentinella poiché la loro presenza o il loro allontanamento sono indicatori di cambiamento in atto.

Le 15 specie sono divise tra le 7 autoctone e le 8 esotiche. Alcune si sono allontanate dirigendosi verso acque più fredde, quindi verso i poli, altre, mai viste, si sono spostate arrivando nel Mediterraneo. Entrambi gli spostamenti hanno conseguenze da rilevare. Il rischio per le specie che vanno verso i poli è l’estinzione, mentre i nuovi arrivi esotici aumentano la desertificazione marina. Il pesce coniglio, erbivoro, ne è un esempio.

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Contemporaneamente si sta concretizzando la tropicalizzazione, fenomeno conseguente all’arrivo di specie ittiche non autoctone ma provenienti da altri mari tropicali. Neanche a dirlo questi effetti sono da imputare al riscaldamento globale in atto nel nostro Pianeta.

Il censimento delle specie è un primo passo per il monitoraggio della situazione. Fotografata e cristallizzata nel tempo attraverso la raccolta delle informazioni nel database approntato.  A supporto, quindi, delle attività di monitoraggio degli effetti e dei cambiamenti avvenuti a seguito del climate change e delle elevate temperature dei mari. Il Mediterraneo, a causa della sua parziale chiusura, si sta scaldando molto più velocemente degli altri mari ed oceani. Da qui la necessità del database e delle strategie di salvaguardia delle specie e dei preziosi ecosistemi, in un tentativo di mitigazione degli stravolgimenti in atto.