Gli scienziati vogliono usare la Luna contro i cambiamenti climatici

Il satellite terrestre potrebbe essere un alleato per contrastare gli effetti disastrosi del surriscaldamento del nostro pianeta.

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Paesaggio con luna da Pixabay, sito OrizzontEnergia.

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Il cambiamento climatico è un’emergenza ancora troppo sottovalutata. Nonostante le evidenze scientifiche e reali, ancora poco si è deciso concretamente. Se i tagli alle emissioni di gas serra non venissero fatti, bisognerà trovare alternative.

Proprio in quest’ottica, un team di ricerca dell’Università dello Utah e dell’Osservatorio Astrofisico Smithsonian di Cambridge ha proposto un’idea innovativa: utilizzare la polvere lunare per contrastare il riscaldamento globale.

Uno scudo lunare contro il surriscaldamento

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Luna sul lago da Pixabay, sito OrizzontEnergia

Secondo la teoria del team di scienziati, la polvere della Luna potrebbe essere utilizzata per schermare e deviare la luce solare. In tal modo, si determinerebbe un lieve raffreddamento della temperatura della Terra. Ciò, almeno in parte, ostacolerebbe gli effetti dei cambiamenti climatici.

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Difatti, gli studiosi hanno determinato che la polvere lunare è formata da granelli naturali la cui composizione e dimensione sono quelle giuste per poter disperdere la luce solare in modo efficace lontano dal nostro pianeta.

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Tuttavia, un’opera di geoingegneria solare di tale portata presenta una elevata complessità. A partire dai macchinari da inviare sulla Luna per estrarre la regolite, e al cannone per poi spararla nello spazio. Probabilmente, poi, sarebbe necessaria una vera stazione spaziale, per monitorare lo scudo lunare.

Inoltre, non tutta la regolite lunare è adatta allo scopo. Pertanto, l’operazione di estrazione prevederebbe una fase preliminare di setacciamento, selezionando solo i granuli adatti allo scopo prima di spararli poi nello spazio, in punti precisi con le giuste condizioni gravitazionali.

Da non sottovalutare anche gli effetti di tale scudo. Secondo gli esperti, lo scudo di regolite attenuerebbe la radiazione solare dell’1,8%, pari a 6 giorni interi di Sole completamente oscurato nell’arco di un anno. Una riduzione leggera della “febbre” della Terra, ma affatto una piena alternativa al taglio delle emissioni, che resta assolutamente fondamentale.

Del resto, queste teorie premettono sempre che l’abbandono dei combustibili fossili resta la soluzione prioritaria per contrastare il surriscaldamento, e che progetti simili non sono altro che una soluzione estrema al problema.