Rischio climatico e ambientale: nella top 10 dell’Unione Europea 3 regioni italiane

L’Unione Europea ha stilato la classifica del rischio climatico e ambientale che corrono i vari paesi del continente: 3 regioni italiane in pericolo.

territori soggetti cambiamenti climatici
Incendio boschivo (Canva) – Orizzontenergia.it

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Sarebbero tre le regioni italiane ad alto rischio ambientale, almeno secondo i dati forniti dal nuovo report della Comunità Europea per il 2023. Tre regioni italiane finiscono nella top ten europea, e sono Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. Queste sarebbero fortemente esposte ai cambiamenti climatici e soggette a eventi estremi, perciò andrebbero tenute d’occhio nei prossimi anni.

Il report della UE, stilato dall’agenzia XDI, Cross Dependency Initiative, specializzata nell’analisi del rischio climatico, parla chiaramente, a generare i rischi ambientali ci sono fattori quali siccità, venti forti, incendi boschivi, congelamento, caldo estremo, inondazioni. Sono state fatte le stime di ben 2600 regioni nel mondo, mettendo in comparazione danni alle cittadine con i probabili eventi estremi che subiremo nei prossimi anni.

La top ten del rischio climatico e ambientale nel mondo: Italia nella top ten

rischio climatico Italia
Drammatica siccità (Canva) – Orizzontenergia.it

Diamo uno sguardo alla top ten fornita dall’agenzia XDI su tutto il mondo. Queste sono le regioni a maggior rischio per i prossimi tre decenni:

  1. Bassa Sassonia (Germania)
  2. Fiandre (Belgio)
  3. Krasnodar (Russia)
  4. Veneto (Italia)
  5. Lombardia (Italia)
  6. Alta Francia (Francia)
  7. Stavropol’ (Russia)
  8. Emilia Romagna (Italia)
  9. Baviera (Germania)
  10. Rostov (Russia)

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La classifica e risultati raggiunti, evidenziano l’importanza di valutare il rischio climatico sui mercati finanziari. È importante per tutte le aziende, gli investitori e i governi, comprendere le conseguenze finanziarie ed economiche di tali eventi sulle regioni. Si dovrebbe intervenire per prevenire e per contrastare gli eventi drammatici, invece non si sta facendo nulla.

Prevenire i disastri generati dagli eventi climatici comporta spese minori rispetto alla risoluzione tardiva, dopo che l’evento disastroso si è già abbattuto su un’area. Stiamo pagando il costo dell’inattività, sottolinea Luca Iacoboni, responsabile dei programmi nazionali di Ecco, Think tank per il clima. Il governo dovrebbe intervenire, investendo sulla prevenzione di tutto il territorio.

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Inoltre, occorre puntare sempre di più sulla decarbonizzazione e sulle energie rinnovabili, per combattere concretamente i cambiamenti climatici, puntando su energie pulite e meno impattanti sull’ambiente. Se non si interviene attivamente, nei prossimi anni il clima sarà compromesso, diversi ecosistemi saranno spazzati via e molti settori cadranno in ginocchio.