Trucco del recipiente: con sole foglie, moltiplica così la Echeveria

Per moltiplicare la nostra echeveria esiste un modo molto semplice che ci farà ottenere molte piantine nuove da invasare

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Echeveria-Pixabay-OrizzontEnergia.it

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L’Echeveria è un genere di piante succulente appartenente alla Famiglia delle Crassulaceae, originaria dell’America Centrale e Meridionale. Il suo nome è un omaggio al pittore e naturalista messicano Atanasio Echeverría, famoso per i suoi dipinti sulla vegetazione.

E’ una tipologia di pianta molto diffusa, che probabilmente abbiamo visto più volte. Ha le foglie piatte e carnose, glabre o irsute disposte in una rosetta. Necessita di un terreno drenante. Usiamo terriccio mescolato a sabbia grossolana. Durante la stagione estiva ricordiamo di irrigare regolarmente.

In autunno riduciamo la frequenza. Mentre in inverno sospendiamo completamente. Evitiamo assolutamente i ristagni di acqua perché provocano il marciume delle radici. Mettiamola in un luogo riparato perché teme il freddo. Una temperatura compresa tra i 13 ed i 16° C è ottimale.

Se la posizioniamo in una zona in cui riceve molta luce, può resistere anche a una temperatura inferiore. In questo periodo i fusti potrebbero allungarsi, per cui li dovremo potare quando sopraggiunge la primavera. Questo permetterà alla pianta di cominciare la giusta germogliazione.

Moltiplicare la nostra echeveria con un metodo facile e veloce

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Succulenta-Pixabay-OrizzontEnergia.it

Usiamo sempre cesoie pulite e disinfettate. Possiamo coltivarla anche in piena terra, in un luogo riparato, ma solo nelle zone costiere più miti del sud Italia e sulle coste tirreniche fino al Lazio. Per il resto usiamo solo il vaso. Lasciamola fuori da aprile ad ottobre, mentre negli altri mesi meglio spostarla in un ambiente protetto e fresco.

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Possiamo coltivarla dal seme o per talea. Nel primo caso procediamo da gennaio a marzo su di un terreno di sabbia e terriccio bagnato d’acqua. Nel secondo caso possiamo usare anche una foglia prelevata da una pianta madre sana. Afferriamola e tiriamo delicatamente per staccarla.

Procediamo scegliendone quattro o cinque. Appoggiamole su una carta assorbente e lasciamo che la ferita si asciughi. Nel frattempo prepariamo il terreno che deve drenare molto bene l’acqua e riempiamo un sottovaso. Teniamolo all’interno e posizionato vicino ad una finestra o ad una fonte di luce intensa.

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Ne avrà bisogno per almeno sei ore al giorno. Adagiamoci sopra le foglie e, se riusciamo, manteniamo l’umidità fino a che vediamo le nuove radici. Alcune talee possono diventare marroni e morire completamente. In questo caso togliamole per evitare di attirare moscerini e parassiti.

Continuiamo con le superstiti. Una volta che le radici saranno spuntate, possiamo procedere con il rinvaso. Ogni piantina che nasce può essere collocata nel vaso definitivo individualmente o insieme ad altri germogli. Inizialmente usiamo un contenitore che non sia eccessivamente grande, lo sostituiremo poi con il tempo.