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L’asteroide rivela qualcosa di sconosciuto: nessuno lo avrebbe mai immaginato

L’asteroide con informazioni inedite sul passato dell’evoluzione dell’universo: vediamo insieme di cosa si tratta e tutte le implicazioni

Hayabusa missione-Facebook-orizzontEnergia.it

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L’osservazione e lo studio dello spazio e delle sue dinamiche consente di analizzare i cambiamenti avvenuti prima e durante l’evoluzione dell’universo. Ogni evento ed ogni corpo celeste può contenere informazioni dirimenti sul mistero della storia evolutiva del cosmo. Ecco l’importanza degli studi relativi alla ricerca di risposte nascoste in ogni meandro dello spazio celeste.

Le strumentazioni nuove e all’avanguardia consentono un continuo e incessante monitoraggio di ogni angolo dell’universo al fine di individuare fenomeni ed eventi legati all’evoluzione cosmica. E il progresso scientifico serve per discernere su elementi scoperti anche tempo fa, che oggi possono essere valutati con altre prospettive e conoscenze.

L’asteroide Ryugu, le risposte inquietanti

Superficie Ryugu-Facebook-OrizzontEnergia.it

Come detto il progresso scientifico consente oggi di rivalutare studi recenti e passati sotto un’ottica diversa, determinata da nuove informazioni acquisite negli ultimi anni e attraverso le nuove strumentazioni spaziali. E’ il caso dell’asteroide Ryugu, una vecchia conoscenza, scoperto nel 1999 con classificazione di corpo celeste potenzialmente pericoloso.

Proprio in funzione della presunta pericolosità è stata avviata nel 2020 una missione spaziale denominata Hayabusa dall’Agenzia spaziale giapponese JAXA. Una successiva, fatta a completamento dello studio, Hayabusa 2, per un totale di 18 mesi di osservazione, è stata abbinata al recupero di campioni utili a fornire informazioni e dati.

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Le risultanze delle analisi compiute hanno evidenziato che il corpo celeste è in realtà formato da un insieme di detriti e frammenti, compattati da scontri e impatti spaziali. Addirittura sembra siano state coinvolte due intere famiglie di asteroidi, entrate in collisione, denominate Eulaia e Polana.

Il nucleo centrale dell’asteroide ha fornito le informazioni più sorprendenti. Riscontrate acqua e anidride carbonica cristallizzate, indicative di una primaria formazione molto indietro nel tempo. Probabilmente risalente ad un epoca in cui ancora non era nato il Sole. Scoperta sensazionale che ha fornito altri elementi interessanti. Come la provenienza  da una nube fredda protosolare, anche se rimane il mistero della sua capacità di proteggere il suo cuore ghiacciato nonostante la recente vicinanza orbitale proprio con la nostra stella principale.

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Altri elementi a supporto di una esistenza priva di Sole sono gli amminoacidi rinvenuti nelle molecole e nella polvere di stelle presolari dell’asteroide. La sconcertante scoperta avvalla l’ipotesi di possibile vita, probabilmente meno complessa della nostra, in parti dell‘universo in assenza di Sole. Le prime risultanze dunque ci hanno dato molti dati su cui riflettere, ma la ricerca continuerà in tal senso, per fornire più risposte possibili sul passato remoto del cosmo che ci circonda.

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