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Allevamenti biologici, non è tutt’oro quel che luccica: come stanno le cose

Quando un consumatore acquista prodotti biologici pensa che sia tutto sereno, in realtà, anche gli allevamenti biologici nascondono lati oscuri.

Allevamento di suini (Canva) – Orizzontenergia.it

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L’inchiesta effettuata da Foodwatch, chiamata “La sofferenza degli animali nel carrello della spesa”, fa luce sui lati oscuri del settore del biologico. Anche in questo settore, infatti, sono stati riscontrati diversi problemi legati alla salute degli animali da allevamento. Insomma, Foodwatch sbatte in faccia la dura realtà dei fatti, evidenziando, per l’ennesima volta, la crudeltà umana.

Anche in diversi allevamenti biologici sono state riscontrate delle irregolarità. È stata messa in evidenza la sofferenza degli animali, i quali non vivono una vita dignitosa, ma anzi, soffrono le pene dell’inferno, quasi allo stesso livello degli animali allevati negli allevamenti intensivi. Che cosa è stato scoperto da Foodwatch?

Agli gli animali degli allevamenti biologici soffrono e vivono in condizioni pessime

Galline in massa (Canva) – Orizzontenergia.it

Il rapporto di Foodwatch, effettuato su numerosi allevamenti biologici in Germania, parla chiaro. In quasi tutti i tipi di allevamento su larga scala gli animali soffrono, si ammalano, si infettano e subiscono gravi danni e lesioni. Ad esempio, circa il 40% dei suoni allevati vive in condizioni di salute pessime, e si ammala di polmonite, oppure presenta lesioni cutanee causate dagli spazi ristretti.

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Più del 30% delle mucche da latte, invece, soffre di malattie agli zoccoli o di mastite, ossia un’infezione alle mammelle. Mentre le galline ovaiole subiscono fratture ossee. Questa situazione è molto simile a quella subita dagli animali degli allevamenti intensivi. Perciò la parola “biologico”, in tal caso, non ha quasi senso.

Il biologico non dovrebbe significare “sofferenza animale”, ma “dignità”. Dei cinque tipi di allevamenti esaminati, ossia biologico, all’aperto/ruspante, al coperto con aria fresca, al coperto con spazio limitato, al coperto, la situazione non varia. Fratture, ferite aperte, virus, infezioni, malattie e malessere generale coinvolgono gran parte degli animali da allevamento su larga scala.

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Il consumatore che fa la spesa e legge biologico, dunque, associa la parola a una condizione di vita dignitosa, ma la realtà è ben diversa. Foodwatch ricorda a tutti che, ancora oggi, in nessun paese esiste una legge che costringa l’allevatore a pensare al benessere dell’animale. Una situazione che deve essere presa seriamente. Si tratta di allevamenti, ma la questione etica non deve mai venire meno.

Andrea Cerasi

Romano, laureato in Lettere all'Università La Sapienza di Roma, è autore di romanzi e saggi. Appassionato di ambiente e di sostenibilità, amante della natura e degli animali.

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