Traffico illegale di scimmie, l’orrore vissuto dalle cavie di laboratorio

Le scimmie sono diventate sfortunate protagoniste dei traffici illegali. Un processo talmente diffuso che la popolazione asiatica è stata decimata

denuncia peta contrabbando scimmie
Scimmia – Pixabay – OrizzontEnergia.it

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Le scimmie sono rapite dalle loro foreste e portate via dalle loro case. Vengono quindi ammassate in sacchi e trasportate in voli internazionali per giungere negli stabulari degli Stati Uniti, dove vengono tenute in attesa di subire esperimenti scientifici sadici e tortuosi. Dietro il traffico di queste scimmie destinate alla vivisezione si cela solo orrore, dall’inizio alla fine.

L’associazione internazionale PETA documenta come l’industria spietata dell’importazione di animali selvatici sia cresciuta negli anni per soddisfare le richieste della comunità scientifica. I ricercatori desiderano sempre più cavie per i loro test, e questo spinge all’aumento del traffico di scimmie rapite.

Scimmie rapite per gli esperimenti in laboratorio

traffico illegale di scimmie
Scimmia – Pixabay – OrizzontEnergia.it

In Asia, le popolazioni di scimmie sono ridotte in modo drastico attraverso questo processo. Alcune specie sono sull’orlo dell’estinzione. Il commercio illecito non risparmia neanche i primati più vulnerabili e a rischio. Tra le vittime di quest’industria spaventosa ci sono macachi e altre specie simili. Molte di queste creature moriranno tra le sofferenze e gli afflitti di un viaggio che spesso dura giorni e avviene al buio. In alcune spedizioni, si possono trovare più di 700 scimmie in una volta sola, e non c’è modo di sapere in quale condizione arriveranno.

Altre scimmie verranno invece utilizzate come riproduttori per produrre nuove cavie da laboratorio. Queste povere creature vivranno in condizioni fatiscenti e subiranno l’orrore di vedere i propri cuccioli strappati dalle loro braccia poco dopo la nascita. Il traffico di scimmie per questo scopo genera miliardi di dollari, e ha origine in Paesi come Cambogia, Cina, Indonesia e Vietnam, operando nell’ombra. Le catture avvengono solitamente in luoghi lontani da occhi indiscreti, mentre gli allevamenti sono situati in zone remote.

Secondo quanto riportato dall’associazione PETA, l’industria statunitense della sperimentazione animale conta almeno 108.000 scimmie nei suoi laboratori. La maggior parte di esse muore durante le sperimentazioni, sacrificate per la scienza senza alcuna garanzia. Questo costituisce un crimine contro ogni etica e rappresenta un pericolo per l’essere umano.

Ma come è possibile fermare questo traffico violento e crudele? Una soluzione potrebbe essere quella di chiedere ai Centers for Disease Control and Prevention (CDC) di porre fine alla cattura di primati nei loro Paesi, oppure di manifestare per far conoscere queste barbarie e dare voce a chi non ne ha mai avuta.