Con lo smart-working si inquina meno? Facciamo chiarezza

Lo smart-working inquina? Fa bene o no all’ambiente? Gli studi in merito danno la risposta. Per l’Italia ci pensa l’ENEA

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Lavoro da casa (Canva) – Orizzontenergia.it

Si è imposto con la pandemia come metodo necessario per consentire a tutti quelli che lavorano tramite uno schermo di poter andare avanti e non fermarsi e oggi è diventata una modalità che molti sfruttano per lavorare da casa ma anche lontano dalle grandi e caotiche città. Parliamo ovviamente dello smart-working. Non tutti però lo amano, anzi in molti lo trovano veramente noioso.

Ma a livello ambientale questa nuova modalità di lavoro, fa bene o fa male? Inquina di meno? Se lo sono chiesti i ricercatori di diversi Paesi che hanno realizzato alcuni studi a riguardo. Per l’Italia ci ha pensato l’ENEA, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile. Vediamo cosa è emerso dalla ricerca.

Lo smartworking inquina di meno? I dati delle ricerche

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lavoro da remoto (Canva) – Orizzontenergia.it

Che piaccia o meno come modalità di lavoro, lo smart-working fa bene all’ambiente. Questo è quello che emerge dalle ricerche effettuate a livello internazionale. ENEA si è occupata di studiare il telelavoro ed i suoi effetti osservando alcuni grandi città del Bel Paese: Roma, Torino, Bologna e Trento. Un monitoraggio non iniziato di recente, ma effettuato ancora prima dello scoppio della pandemia.

Il monitoraggio di ENEA descrive il quadriennio 2015-2018 effettuato su un campione di 1.269 lavoratori che operavano da remoto ed impiegati nella Pubblica Amministrazione che per spostarsi da casa al lavoro usavano un mezzo proprio, soprattutto tradizionale, a combustione interna. Da questi dati si è reso evidente che ogni giornata di lavoro svolta da remoto permette di risparmiare 6 kg di emissioni di CO2 che si diffondono nell’atmosfera oltre al carburante.

Già questo spiega in maniera evidente come lavorare da casa sia benefico per l’ambiente. Ma non è tutto. Anche altri componenti inquinanti come ossidi di azoto, monossido di carbonio, PM10 e PM2,5 si abbassano decisamente lavorando non in presenza. Alla scelta di lavorare da casa per i lavoratori si sono aggiunte anche abitudini più ecologiche che proprio loro hanno scelto di sostenere con un ulteriore miglioramento per l’ambiente. La città più critica è ovviamente Roma che vive una situazione di traffico e quindi anche di smog molto difficile.

 

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