Formiche velenose, stai alla larga: il morso provoca un grande fastidio

Esistono alcune formiche velenose, che bisogna saper riconoscere per tenersi alla larga: un loro morso è molto fastidioso.

Formica rufa (Canva) – Orizzontenergia.it

Di formiche ne esistono tantissime specie nel mondo, la maggior parte innocue. Ma ci sono specie dotate di veleno, che bisogna saper riconoscere per tenersi alla larga. Ma le formiche velenose, ci sono anche in Italia? La risposta è sì. Ma andiamo con ordine. La specie più pericolosa è la formica siafu, detta anche formica scacciatrice, dotata di mascelle sviluppate e potenti.

Altra formica pericolosa è la formica di fuoco, detta anche guerriera, che è solita attaccare in gruppi, rilasciando grandi quantità di veleno. In Nord America, invece, troviamo la formica raccoglitrice rossa, che possiede un pungiglione dotato di una sacca contenente veleno. E in Italia? Nel nostro territorio ci possiamo imbattere in due specie velenose, quali?

Le formiche velenose presenti in Italia: occorre riconoscerle per evitare il peggio

Crematogaster Scutellars (Canva) – Orizzontenergia.it

Nel nostro paese vivono due specie velenose. La prima è la Crematogaster Scutellars, che presenta un addome rosso scuro a forma di cuore, al quale è attaccato un pungiglione velenifero. Diffusa nei paesi dell’area mediterranea, questa specie è lunga circa mezzo centimetro. Presenta due antenne composte da undici segmenti e una mandibola triangolare. Il torace presenta delle piccole spine, mentre l’addome termina con un pungiglione.

Nidifica nel legno, sotto le cortecce degli alberi, spesso anche nel legno delle vecchie case o nelle fessure dei muri. Si nutre di insetti morti e, quando si sente minacciata, alza la parte posteriore e fa fuoriuscire una goccia di veleno. Nei secoli si è diffusa nei vari paesi europei, del Medio Oriente e del nord Africa grazie al commercio del legno, ed è dotata di grande forza.

L’altra specie è la formica rufa, dal busto rosso e dalla testa e l’addome di colore nero. Questa specie ha un meccanismo di difesa formidabile: spruzza acido formico sulla preda, ma è priva di pungiglione. L’acido formico viene prodotto dall’apparato addominale e viene spruzzato anche fino a 30 cm di distanza.

Le formiche dotate di veleno, come riconoscerle

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Colonia di formiche rufa (Canva) – Orizzontenergia.it

Si tratta di un formica neanche troppo piccola, dato che, in alcuni casi, può raggiungere il centimetro di lunghezza. Le sue mandibole sono grandi. Vive in colonie molte ampie, ma quando il numero di esemplari è in eccesso, ecco che la colonia si divide in sottocolonie.

Ogni colonia è dotata del suo formicaio. Si tratta di una specie molto aggressiva, che combatte per difendere il proprio territorio e che attacca le altre specie per dominarle. Sono organizzate nei minimi particolari, come piccoli eserciti, e ogni primavera riorganizzano i propri confini territoriali. Si nutrono di invertebrati, in particolare di afidi, ma anche di scarti organici di altri animali.

Le colonie sono utilizzate nella lotta ai parassiti delle piante, tanto che sono sfruttate nelle aree boschive per l’eliminazione dei parassiti dannosi per gli alberi. Questa specie è diffusa non solo in Italia, ma anche nel resto d’Europa. Purtroppo, anche questa razza rischi l’estinzione ed è inserita nella lista delle specie in pericolo. I morsi di queste due formiche, pur non essendo letali per l’uomo, comportano un bel fastidio.