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Scorie radioattive, cosa sono realmente? Dove si smaltiscono?

Quante volte abbiamo sentito parlare di “scorie radioattive”? Sappiamo che cosa sono realmente e dove è importante che esse vengano smaltite?

Scorie radioattive – barili – Pexels – OrizzontEnergia.it

Come sappiamo, il problema dell’inquinamento, gravissimo, è strettamente collegato con quello dei rifiuti e del loro smaltimento. La famosissima “raccolta differenziata” è ormai una realtà ben radicata nella maggior parte dei paesi, non solo Italiani, ma anche quelli Europei. Probabilmente in questo, non siamo stati tra i primi, se consideriamo che, in paesi come la Germania, la raccolta differenziata è già attiva da almeno 35 anni. Differenziare i rifiuti, com’è noto, è una pratica importantissima e fondamentale per noi e per il nostro ecosistema. Abbiamo assistito, negli anni, nel graduale deturpamento delle nostre coste, degli ecosistemi marini ed di quelli che riguardano la “terra”, come montagne, foreste e boschi.

La plastica, ad esempio, il cui consumo è stato per decenni estremo, è un prodotto altamente inquinante che di fatto impiega tantissimi anni per essere smaltito adeguatamente. Per questo motivo, infatti, è importante osservare le “regole” della differenziazione dei rifiuti, in modo che, tutta la plastica consumata possa essere raccolta e trasformata per essere riutilizzata. Questa pratica è utile a ridurre il problema della plastica legato allo smaltimento, ma ricordiamo che sarebbe bene evitare di utilizzare la plastica, prediligendo materiali biodegradabili ed ecosostenibili. I rifiuti, come è ben noto, non vengono sottoposti alla stessa procedura per ciò che riguarda lo smaltimento, per questo motivo è importante differenziarli e saperlo fare in modo quanto più adeguato possibile.

I rifiuti, la differenziazione e lo smaltimento

Smaltimento scorie radioattive – Pexels – OrizzontEnergia.it

I rifiuti organici, che sono quelli che includono gli scarti alimentari, quelli di campagna oppure boschivi, ad esempio, sono molto utili sia per la concimazione del terreno, per renderlo fertile e nuovamente utilizzabile, ma anche per realizzare energia “pulita”. Tra le energie rinnovabili, ricordiamo, quella a biomasse, che sfrutta proprio questa tipologia di rifiuti per la produzione. Si tratta di una procedura utile ed importante anche in termini ambientali, oltre che economici. La problematica in tema di “rifiuti” è molto seria, soprattutto in relazione ai disastri ambientali che si stanno susseguendo, nel mondo, settimana dopo settimana. Dalle maree alle alluvioni, che come abbiamo visto, hanno purtroppo interessato la nostra Emilia Romagna, costringendo molte persone a rimanere senza casa.

Si tratta di eventi terribili, per il nostro pianeta ed anche per i suoi abitanti, non solo per gli esseri umani, ma come abbiamo ripetuto più volte, anche per la flora e la fauna, che contribuiscono in modo significativo all’equilibrio della Terra. Dopo questa introduzione generale, su ciò che riguarda, appunto, i rifiuti, in questo articolo ci soffermeremo, nello specifico, sui rifiuti che risultano essere piuttosto invisibili ad occhio nudo e su cui probabilmente ci soffermiamo poco, ma che sono altamente dannosi per il pianeta e per noi tutti. Di che cosa stiamo parlando? Delle scorie radioattive. Ne avrete sicuramente sentito parlare. Sapete di che cosa si tratta? Siamo qui per spiegarvi, o quantomeno provarci, in maniera semplice, che cosa intendiamo quando parliamo di scorie radioattive.

Rifiuti pericolosi: le scorie radioattive. Che cosa sono?

Barili abbandonati – scorie nucleari – Pexels – OrizzontEnergia.it

In realtà l’argomento è molto complesso, quando parliamo di “scorie radioattive”, intendiamo quei rifiuti che derivano dall’energia nucleare, che contengono isotopi radioattivi e per i quali non è previsto il riutilizzo. In questo articolo cercheremo di capire, innanzitutto da dove provengono, in modo concreto questi rifiuti, perché è estremamente importante isolarli ed in che modo devono essere adeguatamente smaltiti. Nel nostro paese, le scorie o rifiuti radioattivi, sono classificati seguendo tre principali categorie, a seconda del loro decadimento e del loro contenuto. In Italia il numero dei rifiuti radioattivi presenti è di circa 32 mila metri cubi. Attualmente tali rifiuti sono stoccati in una ventina di siti dedicati, in maniera del tutto provvisoria, in quanto non risultano essere idonei allo smaltimento definitivo.

La maggiore quantità di rifiuti radioattivi si trova in Piemonte, perché è proprio in quella regione che, in passato, erano concentrate le istallazioni dei programmi nucleari. Il problema principale di questa tipologia di rifiuti è che rimangono radioattivi per moltissimi anni, nonostante siano quindi in “disuso“. Le scorie radioattive, come abbiamo già accennato, possono essere causa di disastri ambientali e danni permanenti per l’uomo. Sono stati infatti indicati come probabili cause di leucemie e di patologie legate al sistema nervoso. Oltre a questo, ovviamente, da considerare c’è anche l’impatto ambientale. Oltre ad avere un impatto assai negativo in termini paesaggistici, questi impianti nucleari, si estendono per aree molto vaste, causando l’allontanamento di flora e fauna.

Le scorie radioattive: dove si smaltiscono? Un passaggio importante

Galleria treno in disuso – Pexels – OrizzontEnergia.it

Qual’ è quindi la maniera più opportuna per rapportarsi a questa problematica e quindi ai rifiuti radioattivi? Le modalità per trattare adeguatamente questo combustibile irradiato dalle centrali nucleari sono principalmente due: l’immagazzinamento in contenitori ed il conseguente processo di conservazione; Riciclare la parte che può essere ancora utilizzata. Per la conservazione di questa tipologia di rifiuti è necessario scegliere un posto che sia sicuro e lontano dal centro abitato. Per questo motivo si consiglia sempre l’utilizzo di gallerie ferroviarie in disuso, in quanto risulta essere impermeabile all’acqua oltre che stabile dal punto di vista strettamente geologico. Anche le vecchie miniere di salgemma possono essere utilizzate a questo scopo.

È importante, inoltre, sottolineare che quando si parla di rifiuti nucleari e della loro destinazione, proprio per le caratteristiche già indicate, ovvero quelle di emettere radiazioni anche a distanza di tempo, essi devono essere inseriti in contenitori di acciaio con uno spessore molto alto. Inoltre si può procedere con un ulteriore rivestimento in bronzo, in quanto questo materiale ha dimostrato di essere altamente resistente al deterioramento e di conseguenza, perfetto per anche per questo utilizzo. Come abbiamo già detto, lo smaltimento delle scorie radioattive prevede un processo molto delicato che deve essere osservato scrupolosamente. Il minimo errore potrebbe tradursi in un ulteriore danno per il nostro pianeta ed anche per noi stessi e per la nostra salute. Lo sforzo richiesto è davvero minimo: ma ne va del futuro della nostra Terra.

 

 

Carla Carro

Scrivo da quando avevo 5 anni... e non ho più smesso. Laurea triennale presso l'Università degli Studi Guglielmo Marconi di Roma in Scienze e tecniche psicologiche, laureanda in Psicologia clinica presso lo stesso ateneo. Appassionata di giornalismo di inchiesta, musica e curiosità, scrivere è una vera e propria necessità.

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