L’Europa dice addio alla Cina: l’indipendenza economica è vicina

Nell’agenda politica europea rientra un progetto tanto ambizioso quanto, forse, irrealistico: realizzare l’indipendenza energetica ed economica dalla Cina. La strategia? Nuovi accordi con il Cile.
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Cartina politica – foto da pixabay – orizzontenergia.it
L’Unione Europea vuole chiudere i canali economici con la Cina, divenuti troppo vincolanti per l’indipendenza del nostro continente. Ma come può l’Europa divincolarsi economicamente ed a livello energetico dalla dipendenza dal colosso della potenza cinese? La strategia europea consiste nello spostare il fulcro della dipendenza nel Cile, paese ricco di materie prime via via sempre più rare e necessarie.
In particolare il territorio cileno è ricco di litio e rame, materiali impiegati ampiamente per la costruzione di tecnologie all’avanguardia in vari settori lavorativi. L’intenzione è per il momento solo espressa, cerchiamo di vederci chiaro e di iniziare a capire meglio quali sono le coordinate effettive di questo plausibile accordo futuro.

L’Europa dice addio alla Cina: stop all’import minerario e alla dipendenza economica

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Bandiera Cile – foto da pixabay – orizzontenergia.it
Ridurre la dipendenza energetica dalla Cina andando a limitare l’import minerario dal colosso sino al nostro continente, questa l’intenzione della Commissione europea assieme allo sviluppo di un’attenzione sempre più mirata nei riguardi dei giacimenti minerari cileni. La Cina è responsabile di aver “indotto” questo cambio di rotta per via delle nuove condizioni restrittive imposte sull’export di materie prime internazionali.
Presa visione delle nuove regole l’Europa ha compreso di dipendere eccessivamente dalla potenza.Il colosso cinese possiede miniere per l’estrazione di cobalto e rame in Africa, miniere su cui pendono accuse gravi di sfruttamento di manodopera minorile impiegata per l’estrazione delle materie prime. L’Europa sta cercando nuovi accordi internazionali e fra le potenze papabili rientra il Cile, territorio ricco di litio e rame.
Dal Dipartimento di Commercio della Commissione europea provengono voci allarmate e discordanti. Il vicedirettore generale del dipartimento, Leopoldo Rubinacci, si definisce preoccupato ed esprime il proprio dissenso verso la totale interruzione delle piste commerciali con la Cina. L’UE non potrà mai essere del tutto indipendente dalla potenza, caldeggia la ricerca di nuovi partenariati che non si limitino allo sfruttamento territoriale di altre zone geografiche.
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Bruxelles – foto da pixabay – orizzontenergia.it
Per Rubinacci è importante che le regole commerciali da istituirsi con nuove potenze garantiscano sicurezza giuridica e trasparenza nei processi di estrazione, raffinazione e lavorazione dei minerali sempre più carenti. In questo modo i Paesi produttori di queste materie saranno portati a preferire i siti europei a quelli cinesi, nella migliore delle ipotesi.