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Separare i metalli critici dai rifiuti elettronici, per farlo basta la CO2

Metalli critici dei rifiuti elettronici: estrarli ora sarà più facile. Il nuovo metodo frutto è frutto di studi ed osservazioni universitarie

Raee in discarica (Canva) – Orizzontenergia.it

I metalli preziosi che si trovano nei dispositivi elettronici che hanno concluso il loro ciclo di vita o che comunque vengono dismessi, rappresentano una risorsa che non va sprecata. Da un po’ di tempo a questa parte, infatti, sono state attivate delle specifiche tecniche che permettono di estrarli e recuperarli. Si tratta di oro, platino, argento, grafite, cobalto e molti altri che possono essere usati per produrre schede elettroniche, microprocessori e altri parti tecniche. Proprio per questo è necessario smaltire i rifiuti elettronci (RAEE) in maniera corretta.

Il processo di estrazione dei metalli è però lungo e anche molto costoso, richiede grandi quantità di energia tanto che in poche realtà si sono avviate verso questa strada. Ora però le cose potrebbero cambiare grazie all’utilizzo dell’anidride carbonica. Si tratta di un nuovo metodo sperimentato dall’Università di Toronto e publicato sulla rivista Inorganic Chemistry, che promette di cambiare le cose ed in meglio. Vediamo tutti i dettagli.

Metalli critici dai rifiuti elettronici: il nuovo processo

Parti di rifiuti elettronici scartati (Canva) – Orizzontenergia.it

Separare i metalli critici dai rifiuti elettronici (RAEE) utilizzando l’anidride carbonica. È questa la tecnica proposta dai ricercatori che si prefigge di rivoluzionare il processo per utilizzare ancora i metalli preziosi dei dispositivi elettronici. La C02, spiegano gli esperti, viene riscaldata e pressurizzata trasformandosi in un fluido supercritico che viene usato per sciogliere ed estrarre i metalli.

Il vantaggio? Per fare in modo che inizi la conversione non c’è bisogno di alte temperature: bastano solo 30 gradi. È chiaro che il processo di estrazione dei metalli preziosi non solo diventa più facile ma anche economico. Nell’esperimento fatto i ricercatori guidati da Gisele Azimi, professoressa dell’Università di Toronto e Canada Research Chair for Urban Mining Innovations, hanno usato i magneti al neodimio ferro boro (NdFeB) in quanto contengono delle grandi quantità di metalli preziosi come neodimio, praseodimio e disprosio che vengono usati nella costruzione delle turbine eoliche e dei veicoli elettrici.

Parti di rifiuti elettronici (Canva) – Orizzontenergia.it

Insomma la strada per ottenere in maniera efficiente delle risorse che diventano sempre più di spicco nella transizione energetica si sta spianando e nello stesso tempo i rifiuti RAEE possono essere trattati con maggiore facilità per fare in modo che nulla di quello che è utile possa andare perso.

Francesca Bloise

Giornalista professionista, laureata in Giornalismo e cultura editoriale presso l'Università di Parma, ho coltivato la passione per la scrittura e l'informazione fin dal liceo ed oggi ne ho fatto il mio lavoro. Seguo ormai da tempo i temi legati all'ambiente e alla sostenibilità, in cerca di curiosità sul green e le energie rinnovabili perchè credo che un'informazione inclusiva non possa lascere indietro tutto questo.

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