Temperature degli oceani, un nuovo (preoccupante) record

Temperature degli oceani da record: la situazione muta e sempre in peggio. Vediamo quali sono le conseguenze per il futuro

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Fondale dell’oceano (Canva) – OrizzontEnergia.it

La temperatura sul pianeta terra è decisamente più alta rispetto al passato ed i lunghi periodi di siccità stanno mettendo a dura prova gli equilibri naturali. A soffrire sono anche gli oceani che, a loro volta, sono più caldi rispetto al passato. È di questi giorni, infatti, la notizia che i grandi mari hanno raggiunto un nuovo e decisamente preoccupante record.

Non sono mai stati così caldi facendo registrare, come ha comunicato Copernicus, il programma di osservazione della Terra dell’Unione europea, una temperatura di 20,96 gradi centigradi. Un dato mai raggiunto prima d’ora che mette decisamente in allerta. Quali sono gli scenari che da qui a breve potrebbero presentarsi e perché gli oceani sono così caldi? Cerchiamo di dare alcune risposte.

Temperature degli oceani da record: motivo e scenari

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Bolle subacquee nell’oceano (Canva) – OrizzontEnergia.it

Gli oceani nel corso dell’estate 2023 hanno segnato il record della loro temperatura più alta mai registrata prima, toccando i 20,96 gradi centigradi e superando i 20,95 gradi rilevati nel marzo del 2016. Tutto questo è l’esito del cambiamento climatico e dell’aumento della temperatura terrestre. I mari non fanno altro che assorbire il calore presente sulla terra.

Certo in maniera più lenta rispetto a quello che viene percepito sul pianeta ma c’è da mettere in conto che le ondate di calore sono diventate sempre più frequenti ed intense. A certificarlo è l’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) che spiega che gli oceani hanno ormai assorbito il 90% del riscaldamento terrestre esito delle emissioni nocive dei gas.

C’è da capire ancora bene come il calore è “entrato” in acqua. Secondo alcuni studiosi potrebbe essere stato immagazzinato in fondo all’oceano per arrivare, ora, in superficie. A questo potrebbe essere legato El Niño, un fenomeno che comporta un forte riscaldamento delle acque dell’Oceano Pacifico Centro-Meridionale e Orientale che si verifica ogni 5 anni tra i mesi di dicembre e gennaio. Nel corso di questa estate El Niño si è fatto sentire anche se è ancora debole. Secondo gli studiosi quest’inverno potrebbe raggiungere il picco e dunque mostrare temperature degli oceani ancora più alte. Ma tutto questo cosa comporta?

Le conseguenze degli oceani caldi

Avere degli oceani più caldi significa che le acque riescono ad incamerare con minore facilità l’anidride carbonica e questo significa che tutta quella in eccesso prodotta dalle attività umane rimarrà ancora di più intrappolata nell’atmosfera contribuendo ad aumentare ulteriormente il surriscaldamento terrestre.

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Delfini che nuotano nell’oceano (Canva) – OrizzontEnergia.it

Allo stesso modo, le acque calde contribuiscono a velocizzare lo scioglimento dei ghiacciai che si dissolvono nell’oceano portando un ulteriore aumento del livello del mare. C’è, infine, la vita marina che viene stravolta in quanto alcune specie come pesci e balene tendono a spostarsi in cerca di un habitat più fresco e alcune predatori come gli squali tendono a diventare confusi e aggressivi creando così scompiglio nella catena alimentare.