Mangiare i granchi blu, risolve l’emergenza?

Ultimamente non si parla di altro, ma l’emergenza Granchio Blu può essere davvero risolta mangiandolo?

Mangiare i granchi blu, risolve l'emergenza?
Zuppa di pesce con il granchio blu (Foto pixabay)-Orizzontenergia.it

Non esiste cittadino in Italia che non abbia sentito parlare di granchio blu negli ultimi mesi. Questo crostaceo originario dell’atlantico, infatti, è arrivato con prepotenza sulle nostre coste provocando danni non indifferenti alla pesca ma non solo. Quando si parla di specie aliene ed invasive come il granchio blu, i danni all’ecosistema non sono facilmente stimabili e la loro crescita incontrollabile potrebbe portare a squilibri in grado di far estinguere non solo i bivalvi di cui si nutrono.

Un dato di fatto che in pochi conoscono, infatti, è che circa il 40% delle specie estinte sul nostro pianeta si sono estinte proprio a causa di specie aliene che hanno invaso i loro territori. Per sopperire a questo problema non vi sono soluzioni apparenti se non una, quella di rendere il granchio blu, viste la qualità eccellente della sua carne, un protagonista delle nostre tavole, ma questa è davvero una soluzione?

Invasivorismo: una pratica comune che non sempre funziona, bisogna stare molto attenti!

Mangiare i granchi blu, risolve l'emergenza?
Pesca di granchio blu (Foto pixabay)-Orizzontenergia.it

La propagazione del granchio blu sulle coste italiane è quasi incontrollabile e lo dimostrano le immagini che ormai arrivano da ogni località marittima in cui, molto spesso, si possono vedere litorali letteralmente invasi da questo crostaceo. Il problema principale è dovuto al fatto che questa specie non ha abbastanza predatori nelle acque del Mediterraneo e quindi la sua crescita prosegue incontrastata, almeno fino ad oggi.

La soluzione che il governo italiano sta adottando, infatti, è quella di creare interesse non solo sul problema, ma anche sulla bontà di questo prodotto che potrebbe divenire un alimento consueto sulle tavole italiane, fornendo non pochi benefit. Questa pratica prende il nome di invasivorismo, e si basa sul fatto che, se siamo riusciti a portare in estinzione diverse specie per via della caccia indiscriminata, forse, potremmo fare lo stesso anche con quelle invasive, risolvendo il problema.

La verità, tuttavia, e che non si hanno evidenze scientifiche che questa prassi funzioni, per lo meno non qui da noi, ma perché? I motivi sono semplici e riguardano la diffusione ormai forse troppo ampia del granchio blu ma non solo. Quando si è portata all’estinzione qualche specie per via della caccia, infatti, si è sempre parlato di specie autoctone che non avevano solo l’uomo come predatore, l’uomo in questo caso è stato il peso che ha fatto squilibrate la bilancia portando al declino della specie in questione.

Eppure nel 2013, proprio sulle coste dove il granchio blu è animale nativo, i governi hanno dovuto mettere un freno alla sua pesca a causa proprio del declino della specie. Il consumo di granchio blu nei luoghi di origine è stato quindi regolamentato, dapprima limitandone la pesca e poi costringendo i pescatori a rigettare in mare le femmine.

Mangiare i granchi blu, risolve l'emergenza?
Taglierina granchio (Foto pixabay)-Orizzontenergia.it

I problemi legati allo sfruttamento dia usata economia, comunque, non finiscono qui. Se da una parte il consumo di granchio blu potrebbe risollevare quelle economie colpite dall’arrivo di questa specie, infatti, dall’altra si potrebbe creare un sistema in cui il granchio blu potrebbe diventare pilastro di queste economie, creando un conflitto particolarmente irrisolvibile sul ruolo di questo invasore rendendolo in futuro addirittura indispensabile, facendo così venire meno lo scopo iniziale che era quello di debellarlo.

Il problema quindi non sembra semplice da risolvere e, purtroppo, sembra che l’uomo ormai possa fare poco per risolvere i danni da lui creati. Quel che è certo è che la natura prima o poi, in qualche modo, ritroverà i suoi equilibri, anche se questi equilibri potrebbero portare a noi gravi problematiche ma, come si suol dire, “Chi è causa del suo mal pianga se stesso”.