Commestibili o tossici, è tempo di funghi: come riconoscerli

E’ tempo di funghi, il re dell’autunno è alle porte e tra non molto saranno esposti negli ortofrutticoli con tutto il loro profumo e sapore. Unica e integerrima premessa; bisogna saperli riconoscere se si va alla ricerca nei boschi.

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Porcini e tartufi(screen youtube-Orizzontenergia.it)

Sono una vera leccornia, alcuni tipi di funghi pesano parecchio sul portafoglio. Vanno benissimo come contorno o al vapore o mescolati alla pasta. Naturalmente bisogna fare una netta distinzione tra quelli che si possono consumare e quelli assolutamente evitati. Possono essere anche velenosi e a volte si può cadere nell’inganno.

Una serie di funghi commestibili si trovano lungo tutta la nostra penisola, soprattutto dopo un’abbondante pioggia. Proprio di questi tempi, fra settembre e ottobre, vengono fuori delle specialità che gli chef sanno sapientemente dosare nelle loro ricette. Andiamo a scoprire nel dettaglio alcuni tipi di funghi commestibili che possono essere portati tranquillamente sulle nostre tavole.

La raccomandazione è quella di avere molta attenzione quando ci si improvvisa ricercatori nei boschi. A prima vista potrebbero sembrare tutti belli e buoni ma poi il rovescio della medaglia, se ci va bene, è la corsa in ospedale. Oggi i ricercatori dei funghi devono avere una sorta di patentino per districarsi tra i vari sentieri delle montagne e recare con sé una cesta.

Tempo di funghi e di ricerca nei boschi: insegui il vero intenditore, ti porterà alla scoperta di un mondo nuovo

funghi commestibili
Mazza di tamburo e gambesecche(screen-youtube-Orizzontenergia.it)

È un accortezza per l’ambiente in modo che una volta trovati i funghi e deposti nel contenitore bucherellato, le spore cadono per avviare una nuova produzione sul terreno del tutto naturale. Avere con sé una certificazione fa in modo di riservare la giusta prudenza perché con questo tipo di tubero non si sta mai tranquilli.

I funghi più comuni in Italia sono gli champignon che vengono detti anche prataioli. Si trovano non solo nei boschi ma possono anche essere coltivati in serra. Sono quelli più in uso e più disponibili nei negozi ortofrutticoli. Nei campi si trova un frutto molto curioso detto spugnola, infatti il suo aspetto ricorda proprio la superficie di una spugna.

Impossibile non nominare il porcino gigante, distinguibili dal cappello a falda larga e spessa e da un corpo robusto. Anche il gallinaccio fa la sua bella figura con un’altra specie denominata in gambe secche fanno capolino tra i rami secchi. Alcuni funghi crescono a ridosso degli alberi sovrapponendosi sono dette orecchie e sono gustosissimi da fare alla griglia o arrostiti.

Se vogliamo proprio esagerare e per una volta si può anche fare, c’è il tartufo. E’ la specie più spettacolare, costosa e privilegiata della specie umida. Si usufruisce dell’aiuto di cani addestrati a dovere per scavare in profondità dove sono nascosti. In Toscana, patria dei più sorprendenti, usano addirittura il fiuto dei maiali.

Ce ne sono ancora un’infinità in questo periodo ma questi sono quelli di uso comune e ognuno di loro riserva un gusto speciale. È sempre meglio affidarsi ad un vero intenditore che riesce a carpire anche il minimo sospetto di velenosità di un fungo.

Tante volte la cronaca ha messo in evidenza l’inesperienza di talune persone che invece si sono improvvisati grandi ricercatori e non certo è andata a finire bene. I funghi sono un vero tesoro dei boschi ed è preferibile mangiare quelli comprati: meglio mettersi al sicuro.