Campi Flegrei, è in arrivo una super eruzione? Cosa sta davvero succedendo

Campi Flegrei: esiste la possibilità di una super eruzione? Come stanno le cose oggi e cosa pensano alcuni dei maggiori studiosi in merito

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Fenomeni sismici rilevati ai Campi Flagrei (Screen da video YouTube) – Orizzontenergia.it

Continua a tremare la terra ai Campi Flegrei, nella zona nord-occidentale di Napoli, in Campania. Le scosse sono tornate a farsi sentire e l’altro ieri ne è stata registrata una di magnitudo 4,2, la più forte, “degli ultimi 40 anni” come ha spiegato all’Ansa Antonio Di Vito, direttore dell’Osservatorio Vesuviano dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) che ha illustrato che ne sono seguite altre 80 di intensità inferiore.

Proprio questo sciame ha riportato l’attenzione sul rischio sismico che contraddistingue questa zona collegato però a quello del vulcanismo che, come dicono i tecnici, attraverso il bradisismo abbassa o innalza il livello del suolo, provocando i sismi. Motivo di crescente preoccupazione per i residenti. L’area è tenuta dunque sotto stretta osservazione in quanto ci si chiede se questi fenomeni siano segnali di una possibile eruzione vulcanica.

Campi Flegrei ed una super eruzione: facciamo chiarezza

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Antonio Di Vito, direttore Ingv (Screen da video YouTube) – Orizzontenergia.it

Come ha spiegato Di Vito, la situazione dei Campi Flegrei è stata oggetto di osservazione da molti anni e recentemente sono stati intensificati i controlli ed i campionamenti, rilievi e acquisizioni di dati effettuati direttamente sul campo. Un lavoro che rende la zona del Napoletano uno dei territori vulcanici meglio monitorati al mondo. E allora cosa è stato possibile capire? C’è davvero il rischio di una mega eruzione in questa zona?

Al momento i tecnici hanno spiegato che non sono stati rilevati fenomeni di risalita di magma dalle profondità terresti. Si lavora però per fare in modo che la situazione possa essere tenuta sotto controllo. A tal proposito la protezione civile ha già pronto un piano di evacuazione realizzato in base a dei sistemi probabilistici. Non mancano però le critiche ed i dubbi sull’organizzazione del piano di evacuazione, sia da parte dei cittadini che lo considerano irrealizzabile ma anche da parte di alcuni tecnici, come Giuseppe Mastrolorenzo, vulcanologo e ricercatore dell’Ingv che ha sollevato alcune perplessità.

Secondo lo studioso il piano si basa su una possibilità ottimistica della situazione, prevedendo l’eruzione con 72 ore d’anticipo. Secondo Mastrolorenzo la realtà potrebbe essere molto diversa. Le scosse sismiche degli ultimi tempi potrebbero essere infatti presagio di una super eruzione, uno scenario che non è contemplato dagli attuali piani e per questo l’esperto propone un approccio deterministico che permetterebbe l’attuazione di un piano di evacuazione anche con l’eruzione già in corso con via di fughe radiali. Di Vito ha spiegato che l’organizzazione per questo territorio è forte e ampiamente testata nella quale è previsto un cambiamento di allerta prima che si verifica l’eruzione. Secondo molti esperti il rischio del mancato allarme rimane improbabile ma non impossibile.