Ristrutturazione OBBLIGATORIA per “case green”: novità importanti

Ristrutturazione energetica prevista dalla Direttiva europea “case green” verso alcuni  cambiamenti rispetto alla rotta intrapresa all’inizio della discussione sul provvedimento: vediamo quali sono le novità 

Case green
Case green (OrizzontEnergia.it)

La transizione energetica si compone di più ambiti nei quali si estrinsecano strategie e politiche volte al conseguimento degli obbiettivi green condivisi. I settori economici vengono coinvolti in prima linea nel cambio di rotta che prevede in primis la riduzione delle emissioni di CO2 nella lotta all’inquinamento atmosferico. Porre in essere dunque ogni attività possibile per ridimensionare il riscaldamento globale e la crisi climatica anche attraverso il contenimento dei consumi energetici e la qualità della produzione energetica. Gli interventi possibili riguardano più livelli di azione e si declinano anche attraverso modalità di adeguamento di impianti e strutture.

L’Europa si è data una serie di obbiettivi da perseguire all’interno del proprio territorio e Parlamento, Consiglio e Commissione lavorano sull’impostazione di provvedimenti e direttive che supportino la svolta auspicata. Una di queste Direttiva riguarda le “Case Green”, cioè la necessità di adeguare gli edifici esistenti e quelli di nuova costruzione, presenti sul territorio del vecchio continente, dal punto di vista delle prestazioni energetiche. La tematica ha generato una ampia discussione tra i vari Stati membri, proprio in virtù dei tempi e delle modalità in un primo momento individuati ed esplicitati. Ora si assiste ad un cambio di marcia in questo senso con novità da verificare.

La Direttiva europea “Case Green”

Attestazione energetica
Attestazione energetica (OrizzontEnergia.it

A Bruxelles la Direttiva “Case Green” ha tenuto banco sui tavoli decisionali europei dal momento della sua ideazione. In sostanza si era arrivati a concretizzare un obbligo di ristrutturazione energetica di tutti gli edifici residenziali presenti all’interno dell’Unione Europea, al fine di adeguarli dal punto di vista della classe di prestazione energetica. Raggiungimento della classe energetica E entro il 2030 e della classe D entro il 2033. Una vera e propria riqualificazione energetica dell’intero patrimonio immobiliare europeo.

Nulla da eccepire sulla ratio alla base della Direttiva da parte dei paesi coinvolti, ma piuttosto sui tempi e sulle modalità proposte dalla UE, che a parere di alcuni paesi, tra cui l’Italia, non tengono conto delle singole peculiarità territoriali. Infatti, pur condividendo la necessità di alleggerire le emissioni nocive, anche attraverso il risparmio energetico e un migliore efficientamento energetico degli edifici, si deve comunque tenere in considerazione la specificità di paesi che hanno sul loro territorio un patrimonio immobiliare di natura storico culturale che presenta difficoltà oggettive di adeguamento, come mura antiche e infissi d’epoca.

Le novità

La discussione in essere nei palazzi istituzionali europei non è stata vana ed ha finalmente prodotto intese e accordi su punti fortemente voluti dall’Italia. Nulla di definitivo, ma un primo passo importante verso la delineazione della direttiva aggiornata, come ci spiega Avvenire.it. L’elemento più importante è il tramonto dell’obbligo generalizzato di ristrutturare tutti gli edifici residenziali per il conseguimento della classe di prestazione energetica E entro il 2030 e della classe D entro il 2033.

Via libera dunque a piani personalizzati per ogni singolo Stato membro che tengano conto delle specifiche e differenti peculiarità relative ai patrimoni immobiliari. Flessibilità è la parola d’ordine per affrontare la necessaria riqualificazione del patrimonio immobiliare europeo e soprattutto autonomia per i singoli paesi che saranno chiamati a progettare i cosiddetti Meps, Minimum Energy Performance Standards. In questo modo viene lasciato ad ogni stato l’onere di identificare quali edifici debbano essere ristrutturati e a quale grado.

Una volta stabilita una percentuale fissa di risparmio energetico medio da raggiungere entro il 2030 e il 2035, si potrà poi lavorare singolarmente per il più ampio obbiettivo a lungo termine di emissioni zero entro il 2050. Obbiettivo comune, strada personalizzata, dunque, sono i cardini dei nuovi accordi in sede europea raggiunti dalla totalità dei paesi. Nulla cambia invece per quanto riguarda la scadenza del 2028 relativa agli edifici di nuova costruzione che dovranno essere a zero emissioni.