La vera storia della Hmhs Britannic, la gemella del Titanic

Quando si parla di tragedie marittime, il nome Titanic è quello che domina la memoria collettiva, eppure, la sua nave gemella – la HMHS Britannic – custodisce una storia altrettanto sorprendente.

La Britannic non fu solo un altro grande transatlantico della White Star Line: fu il risultato di un tentativo di superare gli errori che portarono alla perdita del Titanic e, allo stesso tempo, una vittima del suo stesso tempo storico. La costruzione della Britannic seguì a breve distanza quella del Titanic nei cantieri Harland & Wolff di Belfast: i progettisti, scossi dal disastro del 1912, decisero di applicare una serie di miglioramenti importanti.

ricostruzione della Hmhs Britannic, la gemella del Titanic
La vera storia della Hmhs Britannic, la gemella del Titanic (OrizzontEnergia.it)

La nave venne dotata di un doppio scafo più esteso, che correva lungo gran parte della nave e offriva una protezione superiore ai locali motore e alle caldaie. Le paratie interne furono innalzate fino al ponte di comando, aumentando la capacità della nave di resistere all’allagamento. Anche il sistema di evacuazione fu potenziato con enormi gru capaci di mettere in mare oltre quaranta scialuppe per lato, un salto di qualità rispetto al Titanic.

La fine “eroica” della nave gemella del Titanic

Nonostante queste ambizioni, la Britannic non svolse mai la sua prevista funzione di lussuoso transatlantico: quando scoppiò la Prima Guerra Mondiale, venne immediatamente requisita dalla Royal Navy e convertita in nave ospedale con il nome di His Majesty’s Hospital Ship Britannic, HMHS Britannic appunto. Le sue sale ornate si trasformarono in reparti medici, le grandi cabine in alloggi per feriti e personale sanitario.

Jacques Cousteau pronto alla ricerca del Britannic
La fine “eroica” della nave gemella del Titanic (OrizzontEnergia.it)

Il 21 novembre 1916 il destino della nave si compì nel Mar Egeo: navigando nei pressi dell’isola greca di Kea, la Britannic colpì una mina tedesca. L’esplosione fu potentissima e fece entrare l’acqua in modo incontrollabile, danneggiando in particolare le caldaie e i ponti inferiori. A complicare la situazione vi fu il fatto che alcune porte stagne erano rimaste aperte durante il cambio del personale; quando venne impartito l’ordine di chiuderle, non tutte risposero in tempo.

Le vittime del naufragio della Britannic durante la prima guerra mondiale

Così, nonostante la nave fosse stata progettata proprio per evitare un affondamento rapido come quello del Titanic, la massa d’acqua penetrò con una velocità tale da rendere impossibile stabilizzare la situazione, la Britannic affondò in soli cinquantacinque minuti. A bordo vi erano molte più persone di quante avrebbe potuto ospitarne durante una missione ordinaria di guerra, ma fu comunque possibile evacuare gran parte dei presenti.

i resti del britannic visti durante una escursione
Le vittime del naufragio della Britannic durante la prima guerra mondiale (OrizzontEnergia.it)

Le vittime furono relativamente poche rispetto alla tragedia del Titanic, anche se diverse persone persero la vita quando alcune scialuppe vennero risucchiate dalle eliche ancora in movimento. Oggi il relitto della Britannic si trova a circa centoventi metri di profondità, un luogo molto più accessibile rispetto all’inarrivabile Titanic; numerose spedizioni, dai primi sopralluoghi di Jacques Cousteau fino alle immersioni più recenti, hanno rivelato che il relitto, pur danneggiato, conserva un fascino particolare.

Un vero e proprio monumento sottomarino oggetto di studi

A differenza del Titanic, spesso percepito come un monumento alla tragedia, la Britannic appare avvolta da una vita sottomarina vibrante, ricoperta di coralli e spugne che la trasformano in una sorta di cattedrale sommersa. In questo caso anche si tratta di un monumento, ma nell’accezione positiva che permette a esperti sommozzatori di visitarlo e agli studiosi di rispondere a tante domande su quella nave e su quanto accaduto.

Gli studi condotti sul relitto hanno permesso infatti di comprendere meglio anche le differenze progettuali tra le due navi. I giunti di espansione del Britannic, per esempio, erano stati modificati rispetto a quelli del Titanic dopo che gli ingegneri avevano temuto che la frattura che spezzò in due il Titanic potesse essere legata proprio a quei giunti. Questa attenzione rende la Britannic una testimonianza concreta del tentativo di apprendere dalla tragedia e migliorare la sicurezza marittima.

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