Il ciclamino, la pianta simbolo della fertilità. Come prendersene cura?

Il ciclamino è la pianta simbolo delle fertilità. Sin dai tempi antichi era presente nelle case come augurio alla procreazione. Vediamo come prendersene cura

fiore di ciclamino
fiore di ciclamino (fonte Pixabay)

Il ciclamino è una pianta originaria dell’area orientale del mediterraneo, alcune varietà sono tipiche della flora spontanea italiana. Appartiene alla famiglia delle Primulaceae, e si tratta di piante perenni  provviste di tuberi che crescono nelle zone boschive alpine, sulle spiagge e nella macchia mediterranea.

Potrebbe interessarti anche → Fuochi d’artificio e polveri sottili, pericolosi per l’ambiente e gli animali, arrivano i divieti comunali

Il ciclamino fin dai tempi antichi veniva descritto come una pianta utile stimolare la sensualità e l’eccitazione. Veniva spesso utilizzato per adornare la camera da letto dei novelli sposi, proprio per favorire la procreazione, in quanto simboleggia la fertilità coniugale. Inoltre le sue doti magiche non finivano qui.

Il suo nome, cyclamen, deriva dal termine kuklos che in greco antico significa cerchio. Il nome è dovuto alla forma del fiore associato all’utero femminile, infatti gli antichi ellenici lo utilizzavano per aiutare le donne a concepire  figli. Ma scopriamo qualcosa di più su questa pianta simbolo di fertilità.

La pianta sacra alla dea Ecate. Per i cristiani un tributo alla vergine Maria

Meraviglia della natura, il ciclamino
Meraviglia della natura, il ciclamino (foto d Pexels)

Gli antichi greci lo piantavano intorno alle proprie case, per allontanare gli spiriti maligni, pratica che si è tramandata nel tempo fra diverse civiltà. Il ciclamino per secoli fu considerato la pianta sacra alla dea Ecate, la divinità dell’oltretomba custode delle arti magiche. Si dice che il ciclamino avesse la capacità trasmettere la conoscenza della dea.

Potrebbe interessarti anche → Green deal: cos’è il progetto europeo di transizione ecologica?

Secondo la tradizione cristiana invece, il ciclamino è un tributo alla vergine Maria. Le macchioline rosso sangue presenti sui suoi petali, simboleggiano il dolore della madre  per la perdita del  figlio crocifisso.

Aldilà del misticismo che aleggia intorno a questa affascinate pianta, il ciclamino è una specie che non può mancare nel vostro giardino. Tuttavia coltivare un ciclamino non è facilissimo, anzi la maggiore difficoltà sta proprio nel farlo rifiorire. Questa pianta se tenuta bene può durare 4/5 anni circa, con fioriture abbondanti.

Il segreto per un trattamento di livello sta nell’attenzione per alcuni particolari. Innanzitutto bisogna monitorare la temperatura; durante la fase di crescita delle foglie e dei fiori questa non deve superare i 15°C, perciò tenetelo lontano dai termosifoni. Mentre per quanto riguarda l’esposizione, posizionatela dove non è colpita direttamente dai raggi solari.

Uno dei fattori cruciali per il suo sano sviluppo è la ventilazione. Occorre favorire un’ottima circolazione d’aria per scongiurare la comparsa della muffa grigia. Quindi far arieggiare sempre l’ambiente circostante e spegnere di tanto in tanto i riscaldamenti.

L’annaffiatura varia dalla stagione autunnale e invernale da quella primaverile ed estiva. Durante i periodi più rigidi il ciclamino il terriccio si irriga in modo che resti umido costantemente. In genere si versa l’acqua nel sottovaso lasciando che la pianta si nutra per una mezzoretta circa. Nei mesi più caldi invece l’annaffiatura deve essere molto limitata, nebulizzando solo la zona nei pressi del bulbo.

Il terriccio da utilizzare deve contenere proprietà nutrienti, quindi acquistatelo di una certa qualità; il rinvaso va effettuato solo in primavera dopo la fioritura. per quanto attiene alla concimazione questa pianta necessita di fertilizzante con alto contenuto di potassio e azoto. U fertilizzante liquido è l’ideale, consigliamo di applicarlo ogni due settimane.

Infine per quanto riguarda malattie e parassiti, la maggior parte sono causate da un errato trattamento della pianta. Ad esempio se sono presenti macchioline gialle diffuse anche sul fusto, potrebbe trattarsi di fusariosi, ovvero un fungo difficile da debellare. Se invece le macchie sono necrotiche e rileviamo marciume nella parte centrale della pianta, siamo dinnanzi alla muffa grigia. In tal caso trattare con uno specifico anticrittogamico.

Potrebbe interessarti anche → Matrimonio dalle radici resistenti, donna sposa un albero. Dopo 3 anni com’è finita?

Il parassita più comune che attacca questo tipo di pianta è il cosiddetto ragnetto rosso. Inizierete a vedere delle ragnatele diramarsi per tutta la pianta, ma se intervenite celermente potrete salvarla. Basterà eliminare con cura tutte le parti contaminate, e se la pianta e troppo grande lavatela con frequenza sotto l’acqua. Solo nel caso di infestazioni gravi adoperare un insetticida specifico.