Patto antispreco alimentare: la soluzione per il futuro parte dalla tavola

Ad un anno dal lancio della Patto antispreco alimentare, i numeri parlano chiaro ma questo è solo l’inizio: il cambiamento parte dalla tavola.

Cibo nelle mani
Cibo nelle mani (fonte blog.giallozafferano.it – Pinterest)

Viviamo in un periodo in cui l’invito a cambiare rotta è sempre più presente. Dai Governi, all’Europa e fino alle industrie, già in molti hanno cercato di cambiare le proprie abitudini per tutelare l’ambiente. Ad un anno dal lancio della Patto antispreco alimentare, le 25 organizzazioni partner hanno raggiunto risultati importanti. Questo è solo l’inizio di una nuova era che vede tale soluzione come la prima da attuare per contrastare il cambiamento climatico.

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Senza rendercene conto, consumare cibo in eccesso significa sprecare le risorse primarie e sfruttare il pianeta. Ben il 53% dei cibi buttati via, provengono dalle nostre tavole ed è una dato particolarmente preoccupante. Sprecare le risorse, significa produrre maggiori emissioni di gas serra e anidride carbonica (il 10% ogni anno parte dal cibo). Proprio partendo da questi numeri allarmanti, 25 organizzazioni hanno deciso di sottoscrivere un accordo con l’intento di sensibilizzare e cambiare stile di vita. Il Patto sottoscritto vuole informare i consumatori e cercare soluzioni concrete al problema. I risultati ottenuti dopo il primo anno di attività, sono un ottimo inizio.

Patto antispreco alimentare: i risultati

Frutta raccolta
Frutta raccolta (fonte Pixabay)

Cercando di coinvolgere quante più realtà possibili come istituzioni, aziende ed anche supermercati, nel giro di un anno sono stati salvati oltre 200.000 prodotti arrivati sugli scaffali dei negozi. L’importante messaggio ha raggiunto e sensibilizzato oltre 1,5 milione di persone ma non è tutto. Grazie al supporto di organizzazioni di volontariato ed alla Croce Rossa italiana, sono stati devoluti e salvati ben 145 mila euro di prodotti alimentari. Tutte le realtà che stanno sposando questa nobile causa, hanno inteso raggiungere almeno uno dei cinque obiettivi segnati nel Patto:

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  • etichetta consapevole, per spiegare in modo più chiaro al consumatore;
  • azienda consapevole, per sensibilizzare i propri dipendenti e condividere la causa;
  • consumatore consapevole, per sensibilizzare il consumatore sulla causa;
  • supermercato contro lo spreco, per diminuire lo spreco anche nei punti vendita;
  • fabbrica contro lo spreco, per ridurre l’impatto anche nelle fabbriche.

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In questo anno appena iniziato, il lavoro sarà portato avanti cercando di interagire con più partner possibile e cambiare direzione anche sul packaging: meno plastica significa meno spreco e più rispetto per l’ambiente.