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Coppetta mestruale, perché e come usarla. Anche “quei giorni” sono green

Ciclo mestruale la coppetta “green”: scopriamo perché è importante utilizzarla in alternativa agli assorbenti  

Assorbente da donna per ciclo mestruale: altamente inquinante da Pixabay

Da che esiste la donna esiste il ciclo mestruale. Per qualcuna rappresenta giorni particolarmente dolorosi, per altre invece, che non presentano sintomi, la vita scorre praticamente allo stesso modo. In entrambi i casi, comunque, è necessario utilizzare un presidio assorbente. Tanti anni fa, come potranno testimoniare le nostre nonne, non esistevano gli assorbenti che utilizziamo oggi, benché esistesse il ciclo nelle donne. In tempi, tutto sommato nemmeno troppo remoti, si utilizzavano ritagli di stoffa, rigorosamente di cotone, con le quali le donne usavano fasciarsi nei giorni di ciclo e che venivano lavati per essere riutilizzati. Una “soluzione“, quella degli stracci, che oggi farebbe inorridire chiunque, per svariati motivi, soprattutto per quelli che riguardano l’igiene. Eppure sono stati utilizzati per molti anni, non solo per le donne ma anche per i neonati.

Ciclo mestruale: dagli stracci di stoffa all’assorbente fino alle coppette. Un mondo in evoluzione

Assorbenti ecosostenibili: le coppette di silicone per ciclo mestruale da Pixabay

Dicevamo dunque, che fino a non molti anni fa, le donne, nel periodo del ciclo mestruale utilizzavano ritagli di stoffa per contenere il flusso di sangue. Sembra incredibile, ma è proprio vero. Solo intorno agli anni ’80 sono arrivati in Italia gli assorbenti che utilizziamo ancora oggi. Le donne che li utilizzavano, tuttavia, non erano moltissime, perché il costo di questo presidio, che sembrava un sogno per tutte le donne, era piuttosto elevato per l’epoca.

Con il passar degli anni, l’utilizzo degli assorbenti è diventato comune a tutte le donne, e se una volta era possibile acquistarne solo in farmacia, gli assorbenti sono poi diventati prodotti reperibili in qualsiasi supermercato. Tante sono state le innovazioni in questo campo, per permettere alle donne di vivere in modo sereno e comodo i giorni di ciclo. Infatti, se inizialmente gli assorbenti risultavano essere molto doppi, oggi quelli che si trovano in commercio hanno caratteristiche ben diverse.

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Sottili, lunghi, per la notte, per il giorno, invisibili, adattabili ad ogni modello di intimo ed anche ad uso interno. Un grandissimo passo avanti, penserete, in meno di quarant’anni. Più o meno. Non tutti sanno, infatti, che gli assorbenti risultano essere tra i prodotti più inquinanti al mondo. La loro composizione, infatti, non si smaltisce facilmente a discapito del nostro ecosistema. Hanno infatti un tempo di smaltimento di circa 200 anni.  Forse, sotto questo punto di vista, incredibile ma vero, i metodi antichi erano molto più rispettosi dell’ambiente e probabilmente per questo motivo vivevano in un ambiente molto più sano del nostro.

L’utilizzo della coppetta mestruale

Negli ultimi anni, come sappiamo, il tema della salvaguardia del nostro ecosistema è sempre più insistente. Interessanti innovazioni hanno interessato anche l’universo prettamente femminile, proprio con le coppette mestruali. Da utilizzare, ovviamente, in sostituzione agli assorbenti, nel periodo di ciclo. La coppetta è realizzata in silicone anallergico e morbido. La parte superiore è costituita da una ventosa mentre quella inferiore è costituita da una codina, che agevola l’estrazione dei liquidi trattenuti.

Vi sveliamo i consigli utili per utilizzare la coppetta mestruale. Innanzitutto, al vostro primo giorno di ciclo, ed al primo utilizzo è necessario far bollire in una pentola dell’acqua. Una volta giunta ad ebollizione è necessario immergere la vostra coppetta per circa 5 minuti. Questo è un passaggio necessario da fare ogni volta, prima dell’utilizzo della coppetta. In questo modo sarà adeguatamente sterilizzata.

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Per l’inserimento è possibile scegliere tre modalità: la forma a “C“, che consiste nel modellare praticamente la parte superiore della coppetta, quella della ventosa, a forma di lettera C. La forma di “tulipano“, con le stesse modalità precedentemente indicate, occorre modellare la ventosa affinché somigli ad un fiore. La forma a “sette“, come le precedenti, con la differenza che, in questo caso, è necessario piegare un solo lato della ventosa.

Una volta inserita, la coppetta riprenderà la sua forma originale aderendo perfettamente alle pareti. Se la sentite spingere verso il basso, come a voler uscire, vuol dire che l’inserimento non è stato eseguito correttamente. Una volta riempita è possibile procedere all’estrazione con altrettanta facilità. Va poi svuotata nel wc, prima di sciacquarla sotto l’acqua corrente per reinserirla nuovamente. Questa alternativa, oltre ad essere assolutamente ecosostenibile, risulta essere vantaggiosa anche per le tasche. Provatela, non ne potrete fare più a meno!

 

Carla Carro

Scrivo da quando avevo 5 anni... e non ho più smesso. Laurea triennale presso l'Università degli Studi Guglielmo Marconi di Roma in Scienze e tecniche psicologiche, laureanda in Psicologia clinica presso lo stesso ateneo. Appassionata di giornalismo di inchiesta, musica e curiosità, scrivere è una vera e propria necessità.

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