Mediterraneo e Tirreno devastati da inquinamento e rifiuti. L’Europa è colpevole

Inquinamento e rifiuti in mare, adesso è emergenza. Chi sono i colpevoli e cosa si può fare per rimediare prima che sia troppo tardi

rifiuti mare crisi interventi
rifiuti in mare (Pixabay)

L’inquinamento è uno dei drammi che affligge il nostro Pianeta e la colpa è tutta dell’uomo. Quando parliamo di inquinamento si fa riferimento a tante cose, da quello atmosferico fino ai rifiuti portati in mare, molti dei quali rappresentati da plastica.

Solo nel Mediterraneo ogni anno vengono abbandonate 229 mila tonnellate di plastica con stime che ne segnalano anche mezzo milione. I responsabili? I Paesi europei che riversano in mare circa la metà di queste tonnellate.

In testa c’è l’Egitto, seguito da Italia e Turchia. A rivelarlo è il dossier realizzato dal Wwf, in collaborazione con l’Istituto Alfred Wegener per le ricerche polari e marine (AWI) che mostra chiaramente come il Mar Mediterraneo sia uno dei più inquinati.

Secondo i ricercatori avrebbe già superato la soglia di tolleranza per l’inquinamento da plastica arrivando vicino al rischio ecologico. Perché? Il nostro mare ospita tra il 21% e il 54% di tutte le microplastiche globali con la più alta concentrazione nel Mar Tirreno.

Inquinamento e rifiuti in mare: cosa fare quanto prima

Plastica in spiaggia inquinamento
Plastica in spiaggia (Foto di Sergei Tokmakov Terms.Law da Pixabay)

Non c’è bisogno di specificare che l’emergenza è chiara e soprattutto seria. Ecco perché bisogna agire subito, prima che le cose sfuggano di mano ulteriormente. Per cercare di arginare tutto questo la Commissione Ambiente della Camera ha approvato la legge “Salvamare”.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE -> Ecomafie ed ecosostenibilità: la spazzatura è il male del secolo. Come ovviare al problema

Una legge che ha come obiettivo quello di ripulire in parte i mari ma anche i fiumi, i laghi e le lagune, con l’aiuto dei pescatori. Proprio loro potranno portare a terra i rifiuti pescati in mare senza avere l’obbligo di smaltire il pescato nocivo. In questo modo si incentiva a ripulire i fondali in modo più immediato, sostenendo anche il riciclo dei materiali che vengono “pescati”.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE -> Parcheggio ecosostenibile: non è più un’utopia. Il progetto di una città del Sud Italia

Su questa idea già alcuni progetti pilota sono in atto. In attesa dell’approvazione della legge si sta cercando di recuperare tempo prendendo ad esempio quanto fatto già in alcuni Paesi del Nord Europa. Questo ovviamente non basta e non ci si può aspettare che i pescatori, da soli, possano ripulire tutto il Mediterraneo.

È ovvio che servono anche altre misure per incentivare i cittadini a non inquinare e nello stesso tempo a ripulire riciclando. Ci sarà bisogno di norme che favoriscono il riciclo dei rifiuti e nello stesso tempo che premino la responsabilità dei singoli.